POVERA CICOGNA
A LIPU: «ATTO GRAVE E IGNOBILE CHE MANDA A MONTE UN LAVORO DI ANNI»
Cicogna uccisa da un bracconiere
Il suo compagno rimane a vegliarla
Da tre anni i due volatili vivevano insieme in un nido su un traliccio nelle campagne attorno a Correggio
La femmina di cicogna colpita all'occhio da un colpo sparato da un bracconiere (foto Lipu)CORREGGIO (Reggio Emilia) – Un bracconiere le ha sparato non appena lei ha messo la testa fuori dal nido che, insieme al suo compagno, aveva costruito su un traliccio dell’alta tensione. Il pallino del fucile l’ha colpita all’occhio e per lei non c’è stato scampo. E’ morta così, nei giorni scorsi, una giovane cicogna bianca che da tre anni viveva insieme al suo compagno in un nido su un traliccio a circa diciotto metri di altezza, nelle campagne di Correggio, in una zona in cui la caccia è vietata. Nella pancia, la cicogna custodiva cinque uova che di lì a poco avrebbe deposto. A scoprirlo sono stati i veterinari del Centro recupero fauna selvatica Lipu “Croce Alata” di Reggio Emilia, che hanno svolto l’autopsia sul corpo dell’animale.
SPECIE PROTETTA – «E’ un atto bracconaggio gravissimo e ignobile, che manda a monte un lavoro di anni» dichiara Elena D’Andrea, direttore generale della Lipu. Da tempo, infatti, in diverse regioni d’Italia la Lipu ha avviato difficili e costosi percorsi di reintroduzione di cicogne, nella speranza di creare piccole colonie di questi uccelli, che in Italia stanno scomparendo. Per farlo, alcuni esemplari nati in cattività vengono chiusi in ampie voliere insieme, sperando che diventino una coppia. Le cicogne sono animali «fedeli»: una volta che la coppia si forma, per molti anni nidifica insieme e può crescere diverse decine di piccoli. «Però formare nuove coppie da esemplari nati in cattività già è difficilissimo. E in questo caso è stata distrutta una coppia che viveva libera, in natura» spiegano dalla Lipu. Al momento, in Italia vivono circa cento coppie di cicogne nidificanti. Quella di Reggio Emilia era tenuta sotto controllo dalle Guardie ecologiche volontarie dal 2006, quando aveva costruito il nido sul traliccio.
TIRO AL BERSAGLIO – Secondo la polizia provinciale di Reggio Emilia, che ha presentato una denuncia contro ignoti, la cicogna è stata uccisa da un colpo sparato da terra. Domenica scorsa, una pattuglia di agenti aveva notato un’ala che penzolava dal nido e si era insospettita. Le guardie ecologiche volontarie sono poi salite con un’autoscala fino al nido, dove l’animale era vegliato dal suo compagno. La Lipu contesta anche il nuovo disegno di legge sulla caccia in discussione in Parlamento. «Allentare i vincoli venatori e diminuire i controlli significa dare un segnale pessimo, in controtendenza sulla necessità di combattere le illegalità ambientali e riconciliarci con la natura e il territorio. Si ritirino quei disegni di legge e si apra un ragionamento su come migliorare davvero la nostra legislazione a tutela della fauna selvatica» sottolinea la D’Andrea.
LE ALTRE MINACCE – Ma non è solo la caccia a mettere a rischio la sopravvivenza delle cicogne. Altri problemi vengono dalla scomparsa degli habitat in cui loro vivono: zone ricche di boschi, risaie, ilari e siepi dove ci sono gli animaletti di cui loro si nutrono, e cioè rane, topi, talpe, pesci e piccoli uccelli. Colonie di cicogne oggi si trovano soprattutto in Piemonte e in Lombardia. Sul tetto della chiesa di Moirano, frazione di Binasco, minuscolo paese alle porte di Milano, nidifica da quasi dieci anni una coppia di cicogne che ha già allevato oltre quaranta piccoli. Molte stazioni Lipu per la reintroduzione sono aperte al pubblico: per informazioni, si può chiamare lo 02.2870684.
Giovanna Maria Fagnani
18 marzo 2009
Veramente io avrei preferito che il pallino invece della cicogna avesse preso il tizio che ha sparato, magari proprio all'uccello... si il proprio!!!!
Cicogna uccisa da un bracconiere
Il suo compagno rimane a vegliarla
Da tre anni i due volatili vivevano insieme in un nido su un traliccio nelle campagne attorno a Correggio
La femmina di cicogna colpita all'occhio da un colpo sparato da un bracconiere (foto Lipu)CORREGGIO (Reggio Emilia) – Un bracconiere le ha sparato non appena lei ha messo la testa fuori dal nido che, insieme al suo compagno, aveva costruito su un traliccio dell’alta tensione. Il pallino del fucile l’ha colpita all’occhio e per lei non c’è stato scampo. E’ morta così, nei giorni scorsi, una giovane cicogna bianca che da tre anni viveva insieme al suo compagno in un nido su un traliccio a circa diciotto metri di altezza, nelle campagne di Correggio, in una zona in cui la caccia è vietata. Nella pancia, la cicogna custodiva cinque uova che di lì a poco avrebbe deposto. A scoprirlo sono stati i veterinari del Centro recupero fauna selvatica Lipu “Croce Alata” di Reggio Emilia, che hanno svolto l’autopsia sul corpo dell’animale.
SPECIE PROTETTA – «E’ un atto bracconaggio gravissimo e ignobile, che manda a monte un lavoro di anni» dichiara Elena D’Andrea, direttore generale della Lipu. Da tempo, infatti, in diverse regioni d’Italia la Lipu ha avviato difficili e costosi percorsi di reintroduzione di cicogne, nella speranza di creare piccole colonie di questi uccelli, che in Italia stanno scomparendo. Per farlo, alcuni esemplari nati in cattività vengono chiusi in ampie voliere insieme, sperando che diventino una coppia. Le cicogne sono animali «fedeli»: una volta che la coppia si forma, per molti anni nidifica insieme e può crescere diverse decine di piccoli. «Però formare nuove coppie da esemplari nati in cattività già è difficilissimo. E in questo caso è stata distrutta una coppia che viveva libera, in natura» spiegano dalla Lipu. Al momento, in Italia vivono circa cento coppie di cicogne nidificanti. Quella di Reggio Emilia era tenuta sotto controllo dalle Guardie ecologiche volontarie dal 2006, quando aveva costruito il nido sul traliccio.
TIRO AL BERSAGLIO – Secondo la polizia provinciale di Reggio Emilia, che ha presentato una denuncia contro ignoti, la cicogna è stata uccisa da un colpo sparato da terra. Domenica scorsa, una pattuglia di agenti aveva notato un’ala che penzolava dal nido e si era insospettita. Le guardie ecologiche volontarie sono poi salite con un’autoscala fino al nido, dove l’animale era vegliato dal suo compagno. La Lipu contesta anche il nuovo disegno di legge sulla caccia in discussione in Parlamento. «Allentare i vincoli venatori e diminuire i controlli significa dare un segnale pessimo, in controtendenza sulla necessità di combattere le illegalità ambientali e riconciliarci con la natura e il territorio. Si ritirino quei disegni di legge e si apra un ragionamento su come migliorare davvero la nostra legislazione a tutela della fauna selvatica» sottolinea la D’Andrea.
LE ALTRE MINACCE – Ma non è solo la caccia a mettere a rischio la sopravvivenza delle cicogne. Altri problemi vengono dalla scomparsa degli habitat in cui loro vivono: zone ricche di boschi, risaie, ilari e siepi dove ci sono gli animaletti di cui loro si nutrono, e cioè rane, topi, talpe, pesci e piccoli uccelli. Colonie di cicogne oggi si trovano soprattutto in Piemonte e in Lombardia. Sul tetto della chiesa di Moirano, frazione di Binasco, minuscolo paese alle porte di Milano, nidifica da quasi dieci anni una coppia di cicogne che ha già allevato oltre quaranta piccoli. Molte stazioni Lipu per la reintroduzione sono aperte al pubblico: per informazioni, si può chiamare lo 02.2870684.
Giovanna Maria Fagnani
18 marzo 2009
Veramente io avrei preferito che il pallino invece della cicogna avesse preso il tizio che ha sparato, magari proprio all'uccello... si il proprio!!!!
Commenti
:bad::bad::bad:
non umani meriterebbero una condanna esemplare. :bad::bad::bad:
Non ho parole per un gesto simile
Le cicogne, quando lasciano l'Italia per emigrare, passano lo Stretto di Messina,c'è una leggenda in Calabria, secondo la quale se si ammazza una cicogna per un anno si è al riparo dalle corna della maglie. Ebbene, ogni anno qualche deficiente di cacciatore abbatte una cicogna, spero che, mentre lui aspetta il passaggio dei poveri uccelli, la moglie gli metta le corna! Doppie!!![/quote]
No Antonella, purtroppo non e' una leggenda,
sparano da tutte e due le sponde, da Messina a Reggio Calabria quando c'e' il passaggio del falco pellegrino....il fatto e' ancora attuale ed e' ampiamente documentato..