Facebook colpita dai Malware

modificato 04:28 in Camper Bar
[size=18]Si chiamano ‘Facebook closing down’ e ‘The Error Check System’.

Visto che che le applicazioni esterne di Facebook non vengono controllate da Facebook, è decisamente facile che malware si facciano strada in questo sistema quindi consigliamo di usare accortezza quando si installano nuove applicazioni di terze parti.

Sono due messaggi che possono essere visualizzati dagli utenti di Facebook.

In realtà sono due pericolosi malware che, se istallati (rimandano ad URL da visitare) hanno libero accesso ai dati degli utenti.

La prima minaccia, ‘Facebook closing down’ punta a raccogliere il maggior numero di informazioni personali degli utenti.

Si spaccia per una falsa applicazione che, invia agli utenti delle notizie false su alcune violazioni presunte commesse dei ‘termini e condizioni del servizio’ invitandoli a cliccare su un link per scoprire il motivo del richiamo.

Una volta visitato il link si installa un’applicazione che rende accessibile il vostro profilo e quindi i vostri dati.

La seconda minaccia, ‘The Error Check System’, consiste in un’applicazione che informa che un vostro contatto amico ha difficoltà ad accedere al vostro profilo invitandovi a visitare un URL che istalla un’applicazione che accede a tutti i vostri dati.

Ovviamente la comunicazione di errore è falsa e punta a far istallare al maggior numero possibile di utenti Facebook l’applicazione propagando così l’infezione.
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Commenti

  • modificato 04:28
    [size=18]Siamo un po’ tutti proprietà di Facebook

    Da qualche tempo i gestori di Facebook hanno modificano le Condizioni d'uso proposte agli utenti al momento dell’iscrizione al social network.

    Da oggi, è bene leggere bene le istruzioni prima di iscriversi, le informazioni immesse dagli utenti, anche se, ad un certo punto ci si vorrà cancellare, Facebook potrà disporre a piacimento di tutti i contenuti inseriti (la frase contenuta nelle nuove condizioni di utilizzo è molto chiara e a dire il vero anche un po’ inquietante: ‘diritto perpetuo, irrevocabile, non esclusivo, trasferibile’ di usare in qualsiasi modo le immagini, i testi e quant'altro possa essere catalogato sotto la dicitura User Content’.

    La vera beffa è che le Condizioni d'uso prevedono una clausola che consente alla società di fare delle modifiche alle stesse senza la necessità di avvisare gli iscritti che Continuando ad usare il Servizio Facebook dopo tali cambiamenti ne accettano implicitamente le modifiche.

    E se questo non bastasse Facebook può anche concedere i contenuti in sub-licenza.

    Le informazioni immesse dagli utenti dunque non saranno mai soggette all’archiviazione (potete trovare tutte le spiegazioni all’interno della voce "Termination and Changes to the Facebook Service", dove sono elencati tutti i dati che non vengono cancellati con la chiusura dell'account).[/size]
  • modificato 04:28
    [size=18]Facebook e la privacy: seconda puntata

    I cambiamenti nelle condizioni d'uso per l’iscrizione a Facebook non hanno tardato a creare scompiglio e irritazione tra gli utenti del social network.

    Così tanto che i gestori del diffuso mezzo di comunicazione ed in prima persona Zuckerberg non ha potuto ignorare i malumori degli utenti e si è dovuto precipitare a chiarire meglio la situazione che si è creata quando qualcuno ha cominciato a notare i recenti cambiamenti apportati alle Condizioni d'uso di Facebook.

    Ed è così che ce la spiegano.

    I dirigenti del social network sostengono che per poter mostrare ad altri ciò che un utente pubblica sul suo profilo e che, ovviamente, decide di condividere, Facebook deve avere una licenza che lo autorizzi a mettere in condivisione i dati del singolo utente.

    Quello che però non ci è ancora chiaro è il motivo per il quale Facebook debba conservare per sempre i contenuti immessi dagli utenti.

    Ed è così che ce la spiegano.

    Dalla bocca di Zuckerberg: ‘Quando una persona condivide qualcosa, come un messaggio, con un amico, vengono create due copie di quel messaggio - una nella cartella di posta inviata e l'altra nella cartella di posta in arrivo dell'amico’.

    Ne consegue che anche se io volessi cancellarmi da Facebook, cosa che non mi è impossibile fare, il mio amico che ha ricevuto il mio messaggio o i miei contenuti condivisi, deve avere la possibilità di conservarli.
    Ergo Facebook non può cancellare i miei contenuti (come da clausola) poiché verrebbe meno la possibilità per utenti collegati al mio account (i miei amici) di mantenere i contenuti ricevuti da me.

    Zuckerberg ricorda ancora, e a questo punto noi ve lo consigliamo vivamente più che ricordarvelo di regolare con coscienza le impostazioni sulla privacy, poiché quelle sì, sono vincolanti, quindi ricordatevi che siete voi i primi a doversi preoccupare delle proprie informazioni personali![/size]
  • modificato 04:28
    [size=18]Facebook e il mondo reale

    Ormai non c’è più nulla che può stupire riguardo a ciò che accede nel mondo parallelo di Facebook.

    Un mondo parallelo che, però, sempre più spesso ha effetti sul mondo reale.

    Ecco la storia!

    C’è una giovane lavoratrice inglese, tale Kimberley Swann, che, come la maggior parte delle persone, scrive sul suo profilo di Facebook, tra una fotocopia e l’altra, che trova decisamente noioso il suo lavoro (come darle torto!).
    La conseguenza di questo non è stavolta la censura di Facebook ma quella del suo datore di lavoro che, seduta stante la licenzia.

    Il suo capo dichiara che l’esternazione della sua ex dipendente costituisce un più che valido motivo di licenziamento della lavoratrice poichè il commento pubblicato su Facebook avrebbe realmente gettato discredito sulla reputazione dell'azienda, “facendo venire meno il rapporto di fiducia con la lavoratrice”.

    Pare dunque che scrivere quello che si pensa, anche sul proprio profilo di un social network, può recare grave danno ai propri interessi.

    E forse di questo ne avevamo avuto già qualche sentore. In realtà i social network sono a tutti gli effetti dei media e quello che lì viene detto può essere usato contro di noi in ogni momento.

    Quello che viene da chiedersi è se tutto questo interesse verso ciò che avviene nel web non andrebbe spostato su quelli che sono i reali pericoli che la rete e la diffusione di notizie e pensieri potrebbe causare (vedi la pedo-pornografia on line).

    Come sempre più spesso accade si utilizzano i mezzi sociali del futuro, dove si va per rilassarsi o passare i 10 minuti di stacco dal lavoro e dalla rutine in cui ogni giorno siamo catapultati, per entrare in ogni singolo spazio della vita altrui e carpirne ogni umore e sfogo e utlilizzarlo, come nel caso della povera ragazza inglese, per secondi e sporchissimi fini.[/size]
  • modificato 04:28
    [size=18]Facebook e la censura, ci risiamo

    Ma, non è forse giunto il momento di chiederci seriamente quale è il limite da delimitare al termine oscenità?
    Il problema della turbativa sul web, quant’anche fondato dato i tempi che corrono, rischia a volte di superare il limite e di sforare nella mediocrità intellettuale. Protagonista di questa gaffe di fine anno è il social network più in voga del momento: Facebook.

    Gli amministratori del sistema di gestione decide di censurare le immagini pubblicate che vedono delle madri decisamente senza pudore, che offrono l’ignudo seno alle libidinose bocce di lattanti senza morale.
    Le immorali madri sentendosi discriminate, decidono di fondare un gruppo di protesta che ha già raccolto molte adesioni (che scandalo!).

    Il Fatto:
    Heather Farley, utente di Facebook, decide di mettere in rete sul proprio profilo una foto che la ritrae mentre allatta il figlio appena nato.

    I difensori della moralità rimuovono prontamente la foto. Heather Farley, donna evidentemente viziosa oltre i limiti della decenza, ne pubblica una seconda. Facebook non ci sta e lancia l’ultimatum alla donna di facili costumi: o rimuove la foto oscena o il suo account verrà chiuso.

    Il problema, ha spiegato un portavoce del social network, è che nelle foto incriminate era visibile l'areola (ohhhhh!), e Facebook non vuole che i propri utenti ancora adolescenti siano turbati da immagini come quella: il problema non è l'oscenità dell'immagine, quanto la sicurezza di tutti gli utenti.

    La sicurezza? Ma di cosa stiamo parlando? Di terrorismo? Di pericolo per le nazioni? O di un procedimento di alimentazione per altro meno innaturale di quelli che vedono una 30enne, in coma da 16 anni, costretta contro la sua volontà e quella dei suoi cari ad alimentarsi del tutto artificialmente ed oscenamente per non sconvolgere la falsa morale che ci vede tutti coinvolti?

    Il gruppo della signora Farley ha già raccolto più di 81.000 membri.[/size]

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