il fatto che non se ne parli da tempo................
.............non significa che non succeda purtroppo.
Condoglianze alle famiglie.
FERITO UN QUARTO OPERAIO. L'IMPIANTO DI PROPRIETà DELLA FAMIGLIA MORATTI
Sardegna, tragedia alla Saras
Tre operai uccisi dai fumi
Si trovavano in un impianto di desolforazione. Napolitano: «Cordoglio per le vittime»(questo sa dire solo questo)
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I colleghi: «Morti per soccorrersi a vicenda»
L'impianto di raffineria Saras (dal web)
CAGLIARI - Tre operai sono morti e un quarto è rimasto ferito martedì pomeriggio intorno alle 14 all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). Le tre vittime, secondo le prime informazioni, stavano pulendo una cisterna in un impianto di desolforazione. Sarebbero morti intossicati per le esalazioni di gas, non è chiaro se monossido di carbonio o anidride solforosa. Daniele Melis, di 26 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 52, erano tutti di Villa San Pietro, piccolo paese confinante con Sarroch. Muntoni era sposato e padre di tre figli. Non si conoscono le generalità del quarto operaio coinvolto nell'incidente: l'uomo è rimasto intossicato ed è stato trasportato privo di sensi in ospedale a Cagliari. Il presidente e l'ad della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti, sono in partenza per raggiungere la Sardegna. Il patron dell'Inter, che era fuori Milano, sta rientrando nel capoluogo lombardo per partire assieme al fratello, col quale sono attesi nelle prossime ore alla Saras. Nello stabilimento si trovano già il Direttore generale, quello finanziaria e quello del personale. I Moratti hanno comunicato con una nota il «tragico evento» verificatosi presso la raffineria di Sarroch, esprimendo «profondo dolore».
I SOCCORSI - Sul lugo dell'incidente sono intervenuti medici del 118, ma per i tre operai intossicati era ormai troppo tardi. I sanitari hanno constatato il decesso in attesa dell'arrivo del medico legale, che dovrà accertarne le cause, e del magistrato di turno cui spetterà il compito di indagare sull'incidente. Da quanto si è appreso, i tre operai morti erano dipendenti della Comesa, una ditta esterna che lavora per la Saras e che ha in appalto alcuni lavori all'interno della raffineria. In queste settimane gli impianti sono interessati da una serie di interventi di manutenzione programmata.
SCIOPERO - Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per mercoledì uno sciopero di otto ore, l'intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras. Dalle 6 i lavoratori dell'area industriale, circa 3.000 persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili. «Non sappiamo se l'accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato», spiega Marongiu. «Certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio». «La raffineria è un luogo ad alto rischio, non è prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo - ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa - ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».
LA STORIA - La Saras è stata fondata Angelo Moratti nel lontano 1962. Adesso è guidata dai suoi eredi. La società si occupa di raffinazione petrolifera e l'impianto di Sarroch, uno dei sei supersite d'Europa, lavora circa 300.000 barili al giorno, cioè il 15% dell'intera raffinazione in Italia.
IL CORDOGLIO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla prefettura di Firenze, dove ha partecipato a un convegno su Galileo Galilei, si è messo in contatto con il prefetto di Cagliari per avere ragguagli sulla dinamica del grave infortunio. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di esprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza e il suo cordoglio a nome di tutto il Paese. L’incidente è «una ennesima tragica notizia» ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in occasione del convegno «Il lavoro che cambia» ha invitato i presenti in sala a tributare un minuto di silenzio. Anche l'Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio per i tre operai morti a Saras. Tutti i gruppi sono intervenuti esprimendo cordoglio per la morte dei tre operai. Appresa della notizia dell'incidente nello stabilimento della Saras, il presidente della Regione Ugo Cappellaci ha immediatamente sospeso la riunione che stava presiedendo nei locali di viale Trento a Cagliari ed ha deciso di recarsi subito sul posto. «È una tragedia immane» ha detto Cappellacci.
Condoglianze alle famiglie.
FERITO UN QUARTO OPERAIO. L'IMPIANTO DI PROPRIETà DELLA FAMIGLIA MORATTI
Sardegna, tragedia alla Saras
Tre operai uccisi dai fumi
Si trovavano in un impianto di desolforazione. Napolitano: «Cordoglio per le vittime»(questo sa dire solo questo)
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I colleghi: «Morti per soccorrersi a vicenda»
L'impianto di raffineria Saras (dal web)
CAGLIARI - Tre operai sono morti e un quarto è rimasto ferito martedì pomeriggio intorno alle 14 all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). Le tre vittime, secondo le prime informazioni, stavano pulendo una cisterna in un impianto di desolforazione. Sarebbero morti intossicati per le esalazioni di gas, non è chiaro se monossido di carbonio o anidride solforosa. Daniele Melis, di 26 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 52, erano tutti di Villa San Pietro, piccolo paese confinante con Sarroch. Muntoni era sposato e padre di tre figli. Non si conoscono le generalità del quarto operaio coinvolto nell'incidente: l'uomo è rimasto intossicato ed è stato trasportato privo di sensi in ospedale a Cagliari. Il presidente e l'ad della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti, sono in partenza per raggiungere la Sardegna. Il patron dell'Inter, che era fuori Milano, sta rientrando nel capoluogo lombardo per partire assieme al fratello, col quale sono attesi nelle prossime ore alla Saras. Nello stabilimento si trovano già il Direttore generale, quello finanziaria e quello del personale. I Moratti hanno comunicato con una nota il «tragico evento» verificatosi presso la raffineria di Sarroch, esprimendo «profondo dolore».
I SOCCORSI - Sul lugo dell'incidente sono intervenuti medici del 118, ma per i tre operai intossicati era ormai troppo tardi. I sanitari hanno constatato il decesso in attesa dell'arrivo del medico legale, che dovrà accertarne le cause, e del magistrato di turno cui spetterà il compito di indagare sull'incidente. Da quanto si è appreso, i tre operai morti erano dipendenti della Comesa, una ditta esterna che lavora per la Saras e che ha in appalto alcuni lavori all'interno della raffineria. In queste settimane gli impianti sono interessati da una serie di interventi di manutenzione programmata.
SCIOPERO - Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per mercoledì uno sciopero di otto ore, l'intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras. Dalle 6 i lavoratori dell'area industriale, circa 3.000 persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili. «Non sappiamo se l'accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato», spiega Marongiu. «Certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio». «La raffineria è un luogo ad alto rischio, non è prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo - ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa - ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».
LA STORIA - La Saras è stata fondata Angelo Moratti nel lontano 1962. Adesso è guidata dai suoi eredi. La società si occupa di raffinazione petrolifera e l'impianto di Sarroch, uno dei sei supersite d'Europa, lavora circa 300.000 barili al giorno, cioè il 15% dell'intera raffinazione in Italia.
IL CORDOGLIO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla prefettura di Firenze, dove ha partecipato a un convegno su Galileo Galilei, si è messo in contatto con il prefetto di Cagliari per avere ragguagli sulla dinamica del grave infortunio. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di esprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza e il suo cordoglio a nome di tutto il Paese. L’incidente è «una ennesima tragica notizia» ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in occasione del convegno «Il lavoro che cambia» ha invitato i presenti in sala a tributare un minuto di silenzio. Anche l'Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio per i tre operai morti a Saras. Tutti i gruppi sono intervenuti esprimendo cordoglio per la morte dei tre operai. Appresa della notizia dell'incidente nello stabilimento della Saras, il presidente della Regione Ugo Cappellaci ha immediatamente sospeso la riunione che stava presiedendo nei locali di viale Trento a Cagliari ed ha deciso di recarsi subito sul posto. «È una tragedia immane» ha detto Cappellacci.
Commenti
Ma io mi chiedo: possibile che queste persone lavorano ancora senza maschera o protezioni di sicurezza varie? eppure incidenti simili sono già successi ma purtroppo nessuno ne ha fatto esperienza.[/quote]
sono d'ccordo con te Parsifal.nche perche non credo che dopo tutte le disgrazie che sono successe prima il suo datore di lavoro non li abbia dotati di tutti i mezzi di sicurezza per svolgere quel tipo di lavoro tra l'altro rischiosissimo.
A volte la superficialita costa la vita
Ma io mi chiedo: possibile che queste persone lavorano ancora senza maschera o protezioni di sicurezza varie? eppure incidenti simili sono già successi ma purtroppo nessuno ne ha fatto esperienza.[/quote]
[quote]paride53:
sono d'ccordo con te Parsifal.nche perche non credo che dopo tutte le disgrazie che sono successe prima il suo datore di lavoro non li abbia dotati di tutti i mezzi di sicurezza per svolgere quel tipo di lavoro tra l'altro rischiosissimo.
A volte la superficialita costa la vita [/quote]
quoto entrambi..... al tg2 dicevano che uno dei tre operai accortosi che i colleghi giacevano a terra ha calzato la maschera...
come mai non avevano indossato lo strumento di protezione sin da quando si son calati nella cisterna?
siamo alle solite... è la ripetitività.. l'abitudine...
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)
progressivo gennaio-maggio: 139 vittime sul lavoro!!!!!!
e non rientrano nelle statistiche i morti per incidente d'auto (rappresentanti e camionisti)che son pure queste vite spezzate per lavoro.
ma quei tre morti di oggi in Sardegna sono senz'altro da inputare alla negligenza dei lavoratori.
sono d'accordo che le 139 vittime di morte sul lavoro non son tutte dovute alla negligenza in special modo a tutti quei lavoratori che si trovano alla guida di automezzi ed autoarticolati sulle strade tra le piu pericolose dell' alta europa Ma a volte imprudenza Zetros e solo colpa del lavoratore come nel caso della Sardegna
Ma ogni volta che succede una tragedia sul lavoro e poi sento i vari commenti all'accaduto mi sovviene una considerazione
ogni tanto questi incidenti sono imputabili a guasti tecnici qualche volta ai dirigenti ma il più delle volte ai lavoratori stessi. Nonostante la sei due sei quante volte nelle ditte dagli stessi operai per agevolare lo svolgimento dei lavori vengono tolte protezioni ai macchinari, o usati in modo scorretto,non vengono utilizzati abigliamenti e dotazioni di protezione pur forniti dall'azzienda?
Un esempio lampante sono i cantieri edili,impalcature montate in modo incompleto,senza le dovute protezioni, persone che saltano da una all'altra a torso nudo senza cavo e casco di protezione,ferri che spuntano dalle gettate, carichi sospesi mal caricati nei cesti abbandonati a fine turno sulle gru, tempo fà usci la legge per la bonifica di tetti per i quali era stato utilizzato l'eternit che andrebbe eliminato dopo averlo irorato con dei fissatori pertanto tute,maschere di protezio ed invece eccoli in pantaloncini corti.
E, tanti sarebbero gli esempi pultroppo troppo spesso chi dovrebbe far rispettare che tutto avvenga secondo le direttive chiude un occhio e forse anche tutti e due e poi avvengono le tragedie.