Efficienza batterie in parallelo

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Commenti

  • modificato marzo 2014
    Innanzitutto preciso che sono contrario ai parallelatori, perchè a fronte di una commutazione più o meno automatica di due o più batterie, restituiscono una serie di inconvenienti che ne vanificano l'uso.

    Non dimentichiamo che stiamo lavorando su un impianto che, pur avendo una tensione bassa ha in gioco potenze elevate, tali da risultare molto pericolose, se mal gestite.

    In tutto questo discorso mi pongo una domanda: avete mai preso il considerazione la sezione dei cavi? E a che distanza si trovano gli apparecchi di ricarica?

    Un caricabatterie automatico da 40 A eroga la sua tensione e la sua corrente, in base alle informazioni che riceve; queste sono la corrente  e la tensione erogata oltre, come abbiamo visto, l'eventuale temperature della batteria.

    Dobbiamo però considerare che, per fornire informazioni adeguate all'apparecchio, è indispensabile l'uso dei cavi originali; cavi più lunghi necessitano di una sezione notevolmente più grande.

    Stiamo infatto parlando di forti correnti che quindi risentono molto delle resistenze in gioco; la differenza di solo 0,1V in più od in meno, ai capi del caricabatterie, fa sì che questo passi dallo stato di carica a quello di mantenimento.

    Se a questo aggiungiamo l'esuberanza dell'apparecchio (40A mi sembrano un pò tanti) e magari l'aumentata resistenza interna delle batterie, dovuta al naturale invecchiamento, deduciamo che spesso  si ottiene una tensione troppo alta che inganna il caricabatterie e non permette una carica profonda.

    Questo fenomeno fa sì che la batteria aumenti ancor di più la sua resistenza interna, arrivando al punto di non recepire più la carica.


    Per quanto riguarda il parallelo secco, se ben fatto funziona a dovere.  Ma ben fatto significa che si debbono prendere due batterie della stessa marca e tipo, della stessa capacità e si debbono inserire in parallelo secco fin dal primo uso, senza mai più scollegarle.

    Vanno collegate utilizzando cavi della stessa sezione e lunghezza, che si riuniscono in un cavo generale utilizzando opportuni morsetti.

    Su ogni cavo positivo va posto un fusibile di corrente pari alla massima prelevabile (in genere una cinquantina di A).

    Il collegamento di due cavi che collegano i poli delle due batterie ed il prelievo di corrente come pure il collegamento della ricarica, su uno solo dei due accumulatori, introduce una resistenza che fa sì che una batteria si carichi più dell'altra.

    Malgrado questo, il citato fenomeno potrà verificarsi, con l'invecchiamento, a causa delle tolleranze costruttive.

    Per quanto riguarda la corrente di carica non è il caso di eccedere molto il valore di 1/10 della capacità della batteria, altrimenti si rischia di non arrivare mai alla carica completa, per gli effetti che ho descritto sopra.

  • modificato marzo 2014
    hai perfettamente ragione IK6AMO
    in più a qullo che tu dici rimane il fatto che la continua
    rispetto all\alternata ha una maggiore caduta di tensione
    e quindi la grandezza dei cavi è direttamente proporzionale
    alla lontananza della batteria dall\ utenza
    per la commutazione è preferibile quella manuale con bei
    contatti capicorda messi con capicordatrice seria e ben
    serraggio del tutto perchè se il 12 volts "sfiamma" potrebbere
    essere molto pericoloso!!!!!!

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