Tonino l' Onesto
......[url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/di_pietro-contrada-cena-di_domenico-rivelazioni.shtml?uuid=8353cf66-10c5-11df-a809-c23ba46922d2&DocRulesView=Libero&fromSearch]E SOPRATTUTTO SINCERO[/url]....ma che personaggino culturalmente avanzato, ma che "furbetto" da 2 soldi....:boss:
e poi
[url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/congresso-idv-dipietro-dicomenico-demagistris.shtml?uuid=8ba13c90-1245-11df-a248-f4ce6583a1aa&DocRulesView=Libero]CHE COESIONE DI PARTITO[/url]....anche questa opposizione si è giocata le sue trombe:boss::nerd:;)
e poi
[url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/congresso-idv-dipietro-dicomenico-demagistris.shtml?uuid=8ba13c90-1245-11df-a248-f4ce6583a1aa&DocRulesView=Libero]CHE COESIONE DI PARTITO[/url]....anche questa opposizione si è giocata le sue trombe:boss::nerd:;)
Commenti
E mi deve ancora spiegare perchè improvvisamente, con le inchieste di mani pulite ancora in corso, si dimise da Magistrato, spiazzando così tutto il pool di mani pulite, al punto tale che ci fu una durissima presa di posizione di quel galantuomo che risponde al nome di Francesco Saverio Borrelli, a cui va ancora la mia riconoscenza.
Detto questo mi spiego benissimo tutti questi attacchi alla persona che ancora incarna lo spirito di mani pulite, ma questi sono tempi di revisioni, riabilitazioni e di negazione dei fatti, vedi i "peana" che sono saliti al cielo in favore di tale Craxi, (un pregiudicato per reati di corruzione personale, altro che finanziamenti al suo partito) ordinati dal suo miglior amico e sodale che risponde al nome di Berlusconi.
Ora si pubblicano delle foto, fatte durante una cena in una caserma dei Carabinieri, nella quale c'è anche Contrada, il quale fino ad allora era ancora un integerrimo servitore dello Stato, ma c'erano anche alti ufficiali dei Carabinieri, allora perchè non si chiede anche alla Benemerita conto e ragione di quella cena, visto che oggi è ritenuta così scandalosa?
E visto che ci siamo con le critiche, perchè non si chiede alla Benemerita conto e ragione circa il comportamento dell'allora Col. Mori che dopo l'arresto di Riina si guardò bene dall'andare nel suo covo alla ricerca delle carte, dei pizzini, così come è stato fatto dopo con Provenzano?
D'accordo che su questo c'è un processo in corso, ma non una parola di censura, non un provvedimento disciplinare su tale sconcertante comportamento è mai venuto dai vertici dell'Arma, anzi è stato pure promosso Generale, quando sappiamo tutti che anche l'ultimo appuntato dell'ultima stazione dei Carabinieri si sarebbe comportato diversamente e con logica elementare....
Ascolta Paolo, per me Di Pietro è un populista e pure di destra, solo che sta coprendo dei vuoti politici, le aspettative di legalità contro l'affarismo generalizzato e il lassismo morale di questo paese, ruolo che svolge abbastanza bene e sulla cui buona fede non ci giurerei.:|
E mi deve ancora spiegare perchè improvvisamente, con le inchieste di mani pulite ancora in corso, si dimise da Magistrato, spiazzando così tutto il pool di mani pulite, al punto tale che ci fu una durissima presa di posizione di quel galantuomo che risponde al nome di Francesco Saverio Borrelli, a cui va ancora la mia riconoscenza.
Detto questo mi spiego benissimo tutti questi attacchi alla persona che ancora incarna lo spirito di mani pulite, ma questi sono tempi di revisioni, riabilitazioni e di negazione dei fatti, vedi i "peana" che sono saliti al cielo in favore di tale Craxi, (un pregiudicato per reati di corruzione personale, altro che finanziamenti al suo partito) ordinati dal suo miglior amico e sodale che risponde al nome di Berlusconi.
Ora si pubblicano delle foto, fatte durante una cena in una caserma dei Carabinieri, nella quale c'è anche Contrada, il quale fino ad allora era ancora un integerrimo servitore dello Stato, ma c'erano anche alti ufficiali dei Carabinieri, allora perchè non si chiede anche alla Benemerita conto e ragione di quella cena, visto che oggi è ritenuta così scandalosa?
E visto che ci siamo con le critiche, perchè non si chiede alla Benemerita conto e ragione circa il comportamento dell'allora Col. Mori che dopo l'arresto di Riina si guardò bene dall'andare nel suo covo alla ricerca delle carte, dei pizzini, così come è stato fatto dopo con Provenzano?
D'accordo che su questo c'è un processo in corso, ma non una parola di censura, non un provvedimento disciplinare su tale sconcertante comportamento è mai venuto dai vertici dell'Arma, anzi è stato pure promosso Generale, quando sappiamo tutti che anche l'ultimo appuntato dell'ultima stazione dei Carabinieri si sarebbe comportato diversamente e con logica elementare....[/quote]
Non posso dissentire dalle tue giuste argomentazioni.....il mio è uno sfogo nei confronti di una persona che mi sta antipatica da sempre e che troppo ambigua ed ondivaga s'è dimostrata per risultare credibile....in particolare quando accusa e basta.
Condivido la stima per Borrelli,un po' meno il giudizio su Craxi, che al di la di ciò che fece e fu, indubbiamente pagò da solo.
......
E visto che ci siamo con le critiche, perchè non si chiede alla Benemerita conto e ragione circa il comportamento dell'allora Col. Mori che dopo l'arresto di Riina si guardò bene dall'andare nel suo covo alla ricerca delle carte, dei pizzini, così come è stato fatto dopo con Provenzano?
D'accordo che su questo c'è un processo in corso, ma non una parola di censura, non un provvedimento disciplinare su tale sconcertante comportamento è mai venuto dai vertici dell'Arma, anzi è stato pure promosso Generale, quando sappiamo tutti che anche l'ultimo appuntato dell'ultima stazione dei Carabinieri si sarebbe comportato diversamente e con logica elementare....[/quote]
Salvo
intervengo solo per un chiarimento.
Le attività investigative poste in essere dalla polizia giudiziaria (e tutto quel che ne consegue) sono sempre coordinate dalla magistratura. Nello specifico il Pubblico Ministero coordina le attività investigative e a lui la PG risponde. Per contro tutte le iniziative che necessitino di attività per le quali ll codice riconosce il diritto alla " garanzia" dell'indagato sono autorizzati dal Giudice (che non è il PM) ma una figura terza, non a conoscenza dell'intera attività, chiamato ad autorizzare singole attività per mezzo di note informative redatte dapprima dalla PG e integrate dal PM...
Non è quel che semplicisticamente fanno vedere nei film... la polizia giudiziaria dal momento in cui deposita la notizia di reato (ex art. 347c.p.p.) non può più disporre autonomamente attività e tantomeno prendere iniziative.
Questo vale per tutte le attività... compresa ogni forma di intercettazione, pena la nullità dell'atto e anzi l'avvio di procedimenti disciplinari in capo a chi ne ha la responsabilità.... ergo...
scusa se mi son dovuto dilungare ma era solo per cercare di chiarire il concetto
... le cosenguenti conclusioni traetele da soli...
:ciao:
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)
[quote]SalvoSA:
......
E visto che ci siamo con le critiche, perchè non si chiede alla Benemerita conto e ragione circa il comportamento dell'allora Col. Mori che dopo l'arresto di Riina si guardò bene dall'andare nel suo covo alla ricerca delle carte, dei pizzini, così come è stato fatto dopo con Provenzano?
D'accordo che su questo c'è un processo in corso, ma non una parola di censura, non un provvedimento disciplinare su tale sconcertante comportamento è mai venuto dai vertici dell'Arma, anzi è stato pure promosso Generale, quando sappiamo tutti che anche l'ultimo appuntato dell'ultima stazione dei Carabinieri si sarebbe comportato diversamente e con logica elementare....[/quote]
Salvo
intervengo solo per un chiarimento.
Le attività investigative poste in essere dalla polizia giudiziaria (e tutto quel che ne consegue) sono sempre coordinate dalla magistratura. Nello specifico il Pubblico Ministero coordina le attività investigative e a lui la PG risponde. Per contro tutte le iniziative che necessitino di attività per le quali ll codice riconosce il diritto alla " garanzia" dell'indagato sono autorizzati dal Giudice (che non è il PM) ma una figura terza, non a conoscenza dell'intera attività, chiamato ad autorizzare singole attività per mezzo di note informative redatte dapprima dalla PG e integrate dal PM...
Non è quel che semplicisticamente fanno vedere nei film... la polizia giudiziaria dal momento in cui deposita la notizia di reato (ex art. 347c.p.p.) non può più disporre autonomamente attività e tantomeno prendere iniziative.
Questo vale per tutte le attività... compresa ogni forma di intercettazione, pena la nullità dell'atto e anzi l'avvio di procedimenti disciplinari in capo a chi ne ha la responsabilità.... ergo...
scusa se mi son dovuto dilungare ma era solo per cercare di chiarire il concetto
... le cosenguenti conclusioni traetele da soli...
:ciao:[/quote]
Mi rendo conto che parlare di certe cose in pubblico comporta delle difficoltà e forse è meglio soprassedere, ma una cosa mi sento di dirla e cioè: in questa storia dell'arresto di Riina ci vedo qualche analogia con la cattura di Salvatore Giuliano.
Mi rendo conto che parlare di certe cose in pubblico comporta delle difficoltà e forse è meglio soprassedere, ma una cosa mi sento di dirla e cioè: in questa storia dell'arresto di Riina ci vedo qualche analogia con la cattura di Salvatore Giuliano.[/quote]
ecco.. magari su questo potremmo aprire una discussione.. o discuterne davanti ad un greco.. di tufo, ovviamente...
concordo e quoto.... ma sai.. in italia siamo!!!
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)
Io lo dico da sempre che sono due le cose che rovinano l'Italia: i sindacati e i servizi segreti.
[/quote]
servizi & segreti..... :evil:
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)
Per una volta applichiamo a Tonino lo stesso principio che applicò lui ad altri "NON POTEVA NON SAPERE". Lo stesso DiPietro ha sempre sostenuto che collaborava in quel periodo con Paolo Borsellino, ebbene Paolo Borsellino (come dichiarato dal fratello) e tutti gli inquirenti già sapevano al tempo della famosa cena della fotografia che Contrada era sotto indagine e non dopo nove mesi, ma dopo NOVE GIORNI dalla cena Contrada fu arrestato. Ergo, il Sig. DiPietro andò a cena con un indagato per mafia, cos'avrebbe detto il Sig. DiPietro se al suo posto a quella cena ci fosse stato Silvio Berlusconi?[/quote
Tonino-tonino, ma cosa mi combini mai ? le tue campagne publicitarie imperniate sull'onestà-rigore-correttezza e diritti....
PROVACI ANCORA SAM....
Per una volta applichiamo a Tonino lo stesso principio che applicò lui ad altri "NON POTEVA NON SAPERE". Lo stesso DiPietro ha sempre sostenuto che collaborava in quel periodo con Paolo Borsellino, ebbene Paolo Borsellino (come dichiarato dal fratello) e tutti gli inquirenti già sapevano al tempo della famosa cena della fotografia che Contrada era sotto indagine e non dopo nove mesi, ma dopo NOVE GIORNI dalla cena Contrada fu arrestato. Ergo, il Sig. DiPietro andò a cena con un indagato per mafia, cos'avrebbe detto il Sig. DiPietro se al suo posto a quella cena ci fosse stato Silvio Berlusconi?[/quote]
Voglio seguire il filo, incongruente, del tuo tagionamento.
Quella era una cena riservata in una caserma dei Carabinieri, alla quale hanno partecipato, alti poliziotti, ufficiali superiori dei CC, agenti segreti italiani e americani.
Alllora mi dici perchè dovrebbe ripsonderne Di Pietro di quella presenza imbarazzante che era, al pari di Contrada, un invitato, perchè non si chiede conto a chi organizzò la cenetta?
P.S.
Chi la organizzò la cosa?
http://www.ilgiornale.it/interni/di_pietro_assegno_misterioso_50mila_dollari/06-02-2010/articolo-id=419569-page=0-comments=1
e poi anche il patrimonio di Tonino "56 milioni di euro"O_O prima pagina di Libero.
Daccordo i soliti quotidiani di parte.......... PERO!?!?!?
Se vale per Silvio.....vale anche per Tonino:boss:
Turistapercaso:)
A proposito..... oggi su Il Giornale articolo su "assegno misterioso di 50.000$
http://www.ilgiornale.it/interni/di_pietro_assegno_misterioso_50mila_dollari/06-02-2010/articolo-id=419569-page=0-comments=1
e poi anche il patrimonio di Tonino "56 milioni di euro"O_O prima pagina di Libero.
Daccordo i soliti quotidiani di parte.......... PERO!?!?!?
Se vale per Silvio.....vale anche per Tonino:boss:
Turistapercaso:) [/quote]
56MILIONI DI EURO???????' avrà vinto al superenalotto spero, perché hai voglia a spiegarli quei soldi con lo stipendio da magistrato...ma anche solo da politico:boss::|
Gioco facile per Di Pietro dire: "Assegno, quale assegno? Io non ho visto niente!".
Quanto la patrimonio di 56 mil di euro, forse qualche notizia in più non ci starebbe male.
E se poi dovesse essere vero che ha accumulato una fortuna con gli intrallazzi politici, beh... via Di Pietro e via tutti quelli come Berlusconi e i berluscones che di milioni ne hanno accumulati a miliardi con i loro intrallazzi.
Ma guarda un pò un candidato stacca un assegno di 50.000$ all'Idv, il tesoriere di allora, intimo di Di Pietro, invece di versarlo nelle casse del partito se lo tiene "per ricordo"...:D chissà... forse voleva incorniciarlo ,;) e lo tira fuori dopo quindici e passa anni.
Gioco facile per Di Pietro dire: "Assegno, quale assegno? Io non ho visto niente!".
Quanto la patrimonio di 56 mil di euro, forse qualche notizia in più non ci starebbe male.
E se poi dovesse essere vero che ha accumulato una fortuna con gli intrallazzi politici, beh... via Di Pietro e via tutti quelli come Berlusconi e i berluscones che di milioni ne hanno accumulati a miliardi con i loro intrallazzi.
[/quote]
Berlusconi avrà fatto anche intrallazzi (prima di mettersi in politica..) il che c'azzecca, li ha fatti quando si è messo in politica e credo ci sia una differenza abbastanza sensibile....
Berlusconi con le sue aziende, da da mangiare a migliaia e miglia di famiglie, il che c'azzecca se li mangia lui e quel nullafacente del figlio....
SALUTONI NE'
Travaglio fu pure querelato da Berlusconi & co. per aver detto queste cose, tutte scritte nel libro "Il colore dei soldi".
Travaglio fu assolto perchè tutto quello che affermava era vero per il semplice fatto che erano tutte risultanze di atti emersi nei vari processi.
http://www.repubblica.it/online/politica/sati/integrale/integrale.html
Poi il mondo ciascuno se lo può immaginare e organizzare come meglio crede.
:nerd:
Oppure è diverso ?
Perlomeno oggi cè qualcuno che si fa i suoi e anche i nostri....
o no ?
SALUTONI NE'
saluti a tutti. Il sig. Tonino, se non ricordo male, lasciòla magistratura quando usci una notizia circa un "prestito" avuto da un costruttore (forse) bergamasco. Anche li negò. Con questo non voglio condannare o assolvere:io non sono nessuno. Berlusconi avrà i suo scheletri nell'armadio, ma certamente questo è comune a tutti i sigg. politici di qualsiasi colore. Non penso che ce ne sia uno che possa lanciare la prima pietra. E come loro molti magistrati, per fortuna non tutti. Cordialmente Geppo[/quote]
;);)
dovrà pur trovare una collocazione in politica mica può tornare a fare il Magistrato
Ma la mercedes regalata a Tonino da un malvivente sul quale il giudice togato stava indagando (e poi assolto) non se la ricorda nessuno?[/quote]
questa mi manca...racconta racconta;)
Gorrini alza il velo sui " favori " di Tonino
L' ex padrone della Maa: " Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi. . . "
----------------------------------------------------------------- Al processo di Brescia nuovi veleni e contraddizioni: "Mai ricevute pressioni dall' ex pm". L' avvocato Dinoia: e' la pietra tombale sulle accuse di concussione Gorrini alza il velo sui "favori" di Tonino L' ex padrone della Maa: "Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi..." DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA - Giancarlo Gorrini alza il tiro su Di Pietro. Resta fermo nelle sue accuse, ne aggiunge di nuove, ne sottolinea altre. Ma dal lungo botta e risposta con il pubblico ministero, tra contraddizioni e "non ricordo", ne esce un po' traballante. E va ancora in scena la commedia degli equivoci. Il pg Raimondo Giustozzi che in questo strano processo ha sostituito a dibattimento gia' avviato Salamone e Bonfigli non fa nulla per nascondere la sua poca propensione a credere nel complotto per il quale quattro imputati - Berlusconi, Previti, Dinacci e De Biase - sono stati rinviati a giudizio. Tratta Gorrini come un imputato invece che come testimone dell' accusa e arriva anche a uno scontro con il tribunale: chiede di rinunciare ad alcuni testimoni gia' ammessi, la richiesta viene respinta, ma lui promette che tornera' alla carica nella prossima udienza. Alla fine, un avvocato confessa: "Piu' che un pm sembrava un difensore di Di Pietro". Gorrini ha molta voglia di parlare e dal palcoscenico di Brescia lancia bordate senza temere smentite: "Se le cose che ho detto non sono vere, Di Pietro mi quereli pure. Sino ad oggi non lo ha fatto". Ma Massimo Dinoia, l' avvocato di Tonino, quando esce dall' aula nonostante tutto e' soddisfatto: "Le dichiarazioni di Gorrini - dice - sono la pietra tombale delle accuse di concussione mosse ad Antonio Di Pietro. Lo stesso Gorrini ha infatti ribadito che non ci furono minacce nei suoi confronti". Lui, Pupi, il grande accusatore, arriva con una borsa piena di documenti e inizia a raccontare i suoi rapporti con Di Pietro partendo dalla fine degli anni Ottanta. Un' amicizia che attraverso' tre momenti diversi. Sino al ' 93 c' era grande confidenza, dice lui. Gli aveva dato anche quei cento milioni che il pm gli aveva personalmente chiesto per sistemare una casa a Curno. In piena Mani pulite Pupi poteva permettersi anche di fare irruzione nell' ufficio di Tonino chiedendogli di scarcerare imputati come il commercialista Roberto Araldi o il costruttore Salvatore Ligresti. Poi Gorrini dice che, dalla primavera ' 93, ruppe ogni rapporto con Tonino. "Gli dissi: "Ti sei montato la testa. Dove vuoi arrivare? Stai rovinando l' Italia. Tu arresti persone che non sono avanzi di galera, anche gli amici, e li rimetti fuori dopo tre giorni". Me ne andai sbattendo la porta". La "fase tre" arriva nell' autunno del ' 94 quando Gorrini parla del prestito e della Mercedes a Paolo Berlusconi e, il 23 di novembre, racconta tutto agli ispettori ministeriali. Con quel gesto, visto che lo scontro Fininvest - Procura di Milano era arrivato al culmine, Pupi pensava piu' che altro di ottenere "contropartite" da Paolo Berlusconi, cioe' un appoggio autorevole nella vertenza civile sulle azioni della Maa assicurazioni che lo contrapponeva alla Banca popolare di Novara. Ma poi non ebbe neppure quello. Quando, nel maggio ' 95, il pm Fabio Salamone apri' un' istruttoria sulle accuse di Gorrini contenute nell' inchiesta ministeriale archiviata appena Di Pietro lascio' la toga, Gorrini si ritrovo' solo ad accusare l' ex pm di Mani pulite e alla fine il gip archivio' tutto. Ma ieri, davanti al tribunale, ha ribadito tutto. Sfumando il ruolo di Paolo Berlusconi ("mi disse solo di agire secondo coscienza") e rivelando che una terza misteriosa persona, oltre a Ugo Dinacci e all' ispettore Domenico De Biase, era presente quel pomeriggio del 23 novembre quando si presento' negli uffici dell' ispettorato di Roma. Nessun cenno a un eventuale intervento di Cesare Previti. Sulla storia dei cento milioni, Gorrini ha insistito nel dire che per lui non si trattava di un prestito ma di un "regalo", cosi' come avvenne per la Mercedes. E ha precisato che non subi' pressioni da Di Pietro, ma accolse le sue richieste solo per amicizia. Sui particolari, rispetto alle tre deposizioni rese a Salamone, Gorrini - incalzato dal pg Giustozzi che mostra un perenne scetticismo - spesso si contraddice ma il nocciolo resta intatto. E, non riuscendo a sparare l' ultimo veleno in aula, lo fa fuori, con i giornalisti. Racconta di quando seppe che l' immobiliarista Renato Della Valle, con cui aveva in ballo un affare, poteva essere arrestato. "Corsi da Di Pietro e lui cerco' subito al telefono il pm di Roma Vinci. Riprovo' 4 volte e alla fine riusci' a rintracciarlo sul cellulare mentre stava facendo un interrogatorio in carcere". Prima di Gorrini era stato sentito il suo ex legale, Mario Donzelli, che ha ricostruito - sulla base delle confidenze che gli fece il suo cliente all' epoca dei fatti - i passaggi che portarono alla deposizione davanti agli ispettori. Osvaldo Rocca, ex braccio detro di Gorrini e amico di Di Pietro, si e' invece avvalso della facolta' di non rispondere.
Corvi Luigi
http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/03/Gorrini_alza_velo_sui_favori_co_0_9612039814.shtml
AL PROCESSO DI BRESCIA NUOVI VELENI E CONTRADDIZIONI: " MAI RICEVUTE PRESSIONI DALL' EX PM " . L' AVVOCATO DINOIA: E' LA PIETRA TOMBALE SULLE ACCUSE DI CONCUSSIONE
Gorrini alza il velo sui " favori " di Tonino
L' ex padrone della Maa: " Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi. . . "
----------------------------------------------------------------- Al processo di Brescia nuovi veleni e contraddizioni: "Mai ricevute pressioni dall' ex pm". L' avvocato Dinoia: e' la pietra tombale sulle accuse di concussione Gorrini alza il velo sui "favori" di Tonino L' ex padrone della Maa: "Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi..." DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA - Giancarlo Gorrini alza il tiro su Di Pietro. Resta fermo nelle sue accuse, ne aggiunge di nuove, ne sottolinea altre. Ma dal lungo botta e risposta con il pubblico ministero, tra contraddizioni e "non ricordo", ne esce un po' traballante. E va ancora in scena la commedia degli equivoci. Il pg Raimondo Giustozzi che in questo strano processo ha sostituito a dibattimento gia' avviato Salamone e Bonfigli non fa nulla per nascondere la sua poca propensione a credere nel complotto per il quale quattro imputati - Berlusconi, Previti, Dinacci e De Biase - sono stati rinviati a giudizio. Tratta Gorrini come un imputato invece che come testimone dell' accusa e arriva anche a uno scontro con il tribunale: chiede di rinunciare ad alcuni testimoni gia' ammessi, la richiesta viene respinta, ma lui promette che tornera' alla carica nella prossima udienza. Alla fine, un avvocato confessa: "Piu' che un pm sembrava un difensore di Di Pietro". Gorrini ha molta voglia di parlare e dal palcoscenico di Brescia lancia bordate senza temere smentite: "Se le cose che ho detto non sono vere, Di Pietro mi quereli pure. Sino ad oggi non lo ha fatto". Ma Massimo Dinoia, l' avvocato di Tonino, quando esce dall' aula nonostante tutto e' soddisfatto: "Le dichiarazioni di Gorrini - dice - sono la pietra tombale delle accuse di concussione mosse ad Antonio Di Pietro. Lo stesso Gorrini ha infatti ribadito che non ci furono minacce nei suoi confronti". Lui, Pupi, il grande accusatore, arriva con una borsa piena di documenti e inizia a raccontare i suoi rapporti con Di Pietro partendo dalla fine degli anni Ottanta. Un' amicizia che attraverso' tre momenti diversi. Sino al ' 93 c' era grande confidenza, dice lui. Gli aveva dato anche quei cento milioni che il pm gli aveva personalmente chiesto per sistemare una casa a Curno. In piena Mani pulite Pupi poteva permettersi anche di fare irruzione nell' ufficio di Tonino chiedendogli di scarcerare imputati come il commercialista Roberto Araldi o il costruttore Salvatore Ligresti. Poi Gorrini dice che, dalla primavera ' 93, ruppe ogni rapporto con Tonino. "Gli dissi: "Ti sei montato la testa. Dove vuoi arrivare? Stai rovinando l' Italia. Tu arresti persone che non sono avanzi di galera, anche gli amici, e li rimetti fuori dopo tre giorni". Me ne andai sbattendo la porta". La "fase tre" arriva nell' autunno del ' 94 quando Gorrini parla del prestito e della Mercedes a Paolo Berlusconi e, il 23 di novembre, racconta tutto agli ispettori ministeriali. Con quel gesto, visto che lo scontro Fininvest - Procura di Milano era arrivato al culmine, Pupi pensava piu' che altro di ottenere "contropartite" da Paolo Berlusconi, cioe' un appoggio autorevole nella vertenza civile sulle azioni della Maa assicurazioni che lo contrapponeva alla Banca popolare di Novara. Ma poi non ebbe neppure quello. Quando, nel maggio ' 95, il pm Fabio Salamone apri' un' istruttoria sulle accuse di Gorrini contenute nell' inchiesta ministeriale archiviata appena Di Pietro lascio' la toga, Gorrini si ritrovo' solo ad accusare l' ex pm di Mani pulite e alla fine il gip archivio' tutto. Ma ieri, davanti al tribunale, ha ribadito tutto. Sfumando il ruolo di Paolo Berlusconi ("mi disse solo di agire secondo coscienza") e rivelando che una terza misteriosa persona, oltre a Ugo Dinacci e all' ispettore Domenico De Biase, era presente quel pomeriggio del 23 novembre quando si presento' negli uffici dell' ispettorato di Roma. Nessun cenno a un eventuale intervento di Cesare Previti. Sulla storia dei cento milioni, Gorrini ha insistito nel dire che per lui non si trattava di un prestito ma di un "regalo", cosi' come avvenne per la Mercedes. E ha precisato che non subi' pressioni da Di Pietro, ma accolse le sue richieste solo per amicizia. Sui particolari, rispetto alle tre deposizioni rese a Salamone, Gorrini - incalzato dal pg Giustozzi che mostra un perenne scetticismo - spesso si contraddice ma il nocciolo resta intatto. E, non riuscendo a sparare l' ultimo veleno in aula, lo fa fuori, con i giornalisti. Racconta di quando seppe che l' immobiliarista Renato Della Valle, con cui aveva in ballo un affare, poteva essere arrestato. "Corsi da Di Pietro e lui cerco' subito al telefono il pm di Roma Vinci. Riprovo' 4 volte e alla fine riusci' a rintracciarlo sul cellulare mentre stava facendo un interrogatorio in carcere". Prima di Gorrini era stato sentito il suo ex legale, Mario Donzelli, che ha ricostruito - sulla base delle confidenze che gli fece il suo cliente all' epoca dei fatti - i passaggi che portarono alla deposizione davanti agli ispettori. Osvaldo Rocca, ex braccio detro di Gorrini e amico di Di Pietro, si e' invece avvalso della facolta' di non rispondere.
Corvi Luigi
http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/03/Gorrini_alza_velo_sui_favori_co_0_9612039814.shtml
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pensa Bersani con chi si è ridotto a scendere "a patti"......... il più sano ha la rogna....è proprio vero:boss::(:angry:
Fatti due risate su un articolo a cui non volevo credere e invece si sta confermando tutto, oggi sui quotidiani ritorna l'immunità, strano e sai perchè perchè come leggerai sotto il legittimo impedimento è anticostituzionale .
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/29/la-verita-su-b-raccontata-dal-suo-ex-avvocato/
«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».
Carlo Taormina, 70 anni, è stato uno dei legali di punta del Cavaliere fino al 2008, quando ha mollato il premier e il suo giro – uscendo anche dal Parlamento – a seguito di quella che lui ora chiama «una crisi morale». Ormai libero da vincoli politici, in questa intervista a Piovonorane dice quello che pensa e che sa su Berlusconi e le sue leggi.
Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».
Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».
E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».
E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».
Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».
Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».
Tipo?
«Quella sulla legittima suspicione, mi pare fossimo nel 2002. Gli serviva per spostare i suoi processi da Milano a Roma. Lui ce la chiese apertamente e noi, fedeli esecutori della volontà del principe, ci siamo messi a scriverla. E abbiamo anche fatto un bel lavoretto, devo dire: sembrava tutto a posto. Poi una sera di fine ottobre, verso le 11, arrivò una telefonata di Ciampi».
Che all’epoca era Presidente della Repubblica.
«Esatto. E Ciampi chiese una modifica».
Quindi?
«Quindi io dissi a Berlusconi che con quella modifica non sarebbe servita più a niente. Lui ci pensò un po’ e poi rispose: “Intanto facciamola così, poi si vede”. Avevo ragione io: infatti la legge passò con quelle modifiche e non gli servì a niente».
Pentito?
«Guardi, la mia esperienza al Parlamento e al governo è stata interessantissima, direi quasi dal punto di vista scientifico. Ma molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere.
A chi si riferisce?
«A Cicchitto, a Bondi, a Denis Verdini, ma anche a Ghedini e Pecorella. Personaggi che hanno preso il sopravvento e che condizionano pesantemente il premier. E l’hanno portato a marginalizzare – a far fuori politicamente – persone come Martino, Pisanu e Pera. E adesso stanno lavorando su Schifani».
Prego?
«Sì, il prossimo che faranno fuori è Schifani. Al termine della legislatura farà la fine di Pera e Pisanu».
Ma mancano ancora tre anni e mezzo alla fine della legislatura…
«Non credo proprio. Penso che appena sistemate le sue questioni personali, diciamo nel 2011, Berlusconi andrà alle elezioni anticipate».
E perché?
«Perché gli conviene farlo finché l’opposizione è così debole, se non inesistente. Così vince un’altra volta e può aspettare serenamente che scada il mandato di Napolitano, fra tre anni, e prendere il suo posto».
Aiuto: mi sta dicendo che avremo Berlusconi fino al 2020?
«E’ quello a cui punta. E in assenza di un’opposizione forte può arrivarci tranquillamente. L’unica variabile che può intralciare questo disegno, più che il Pd, mi pare che sia il centro, cioè il lavorio tra Casini e Rutelli. Ma se questo lavorio funzionerà o no, lo vedremo solo dopo le regionali».
I Berluscones dovrebbero vergognarsi per essere gli elettori di un furfante....così si dice in giro, ma io non mi vergogno:nerd:
Mi chiedo invece cosa dovrebbero fare i sostenitori di Tonino l'Onesto:boss:
O quelli di un'armata Brancaleone di nome PD:boss:
O quelli dei Peones dell'UDC (l'ho votata alle ultime elezioni e me ne vergogno ancora:()
Rimango sempre dell'avviso che è meglio fare invidia che compassione e quantomeno il Berly ci "dispensa" da falsi moralismi, giustizialismi, minacce di guerre civili ecc...ecc...ecc....
Avanti così che il Berly avanza;)
La conoscevo la storia Antonio;) e non mi faccio alcun problema, anzi me la rido:)
I Berluscones dovrebbero vergognarsi per essere gli elettori di un furfante....così si dice in giro, ma io non mi vergogno:nerd:
Mi chiedo invece cosa dovrebbero fare i sostenitori di Tonino l'Onesto:boss:
O quelli di un'armata Brancaleone di nome PD:boss:
O quelli dei Peones dell'UDC (l'ho votata alle ultime elezioni e me ne vergogno ancora:()
Rimango sempre dell'avviso che è meglio fare invidia che compassione e quantomeno il Berly ci "dispensa" da falsi moralismi, giustizialismi, minacce di guerre civili ecc...ecc...ecc....
Avanti così che il Berly avanza;)[/quote]
grandi parole!!!
[quote]fiordox:
AL PROCESSO DI BRESCIA NUOVI VELENI E CONTRADDIZIONI: " MAI RICEVUTE PRESSIONI DALL' EX PM " . L' AVVOCATO DINOIA: E' LA PIETRA TOMBALE SULLE ACCUSE DI CONCUSSIONE
Gorrini alza il velo sui " favori " di Tonino
L' ex padrone della Maa: " Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi. . . "
----------------------------------------------------------------- Al processo di Brescia nuovi veleni e contraddizioni: "Mai ricevute pressioni dall' ex pm". L' avvocato Dinoia: e' la pietra tombale sulle accuse di concussione Gorrini alza il velo sui "favori" di Tonino L' ex padrone della Maa: "Gli chiesi di rilasciare i miei amici Ligresti e Araldi..." DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA - Giancarlo Gorrini alza il tiro su Di Pietro. Resta fermo nelle sue accuse, ne aggiunge di nuove, ne sottolinea altre. Ma dal lungo botta e risposta con il pubblico ministero, tra contraddizioni e "non ricordo", ne esce un po' traballante. E va ancora in scena la commedia degli equivoci. Il pg Raimondo Giustozzi che in questo strano processo ha sostituito a dibattimento gia' avviato Salamone e Bonfigli non fa nulla per nascondere la sua poca propensione a credere nel complotto per il quale quattro imputati - Berlusconi, Previti, Dinacci e De Biase - sono stati rinviati a giudizio. Tratta Gorrini come un imputato invece che come testimone dell' accusa e arriva anche a uno scontro con il tribunale: chiede di rinunciare ad alcuni testimoni gia' ammessi, la richiesta viene respinta, ma lui promette che tornera' alla carica nella prossima udienza. Alla fine, un avvocato confessa: "Piu' che un pm sembrava un difensore di Di Pietro". Gorrini ha molta voglia di parlare e dal palcoscenico di Brescia lancia bordate senza temere smentite: "Se le cose che ho detto non sono vere, Di Pietro mi quereli pure. Sino ad oggi non lo ha fatto". Ma Massimo Dinoia, l' avvocato di Tonino, quando esce dall' aula nonostante tutto e' soddisfatto: "Le dichiarazioni di Gorrini - dice - sono la pietra tombale delle accuse di concussione mosse ad Antonio Di Pietro. Lo stesso Gorrini ha infatti ribadito che non ci furono minacce nei suoi confronti". Lui, Pupi, il grande accusatore, arriva con una borsa piena di documenti e inizia a raccontare i suoi rapporti con Di Pietro partendo dalla fine degli anni Ottanta. Un' amicizia che attraverso' tre momenti diversi. Sino al ' 93 c' era grande confidenza, dice lui. Gli aveva dato anche quei cento milioni che il pm gli aveva personalmente chiesto per sistemare una casa a Curno. In piena Mani pulite Pupi poteva permettersi anche di fare irruzione nell' ufficio di Tonino chiedendogli di scarcerare imputati come il commercialista Roberto Araldi o il costruttore Salvatore Ligresti. Poi Gorrini dice che, dalla primavera ' 93, ruppe ogni rapporto con Tonino. "Gli dissi: "Ti sei montato la testa. Dove vuoi arrivare? Stai rovinando l' Italia. Tu arresti persone che non sono avanzi di galera, anche gli amici, e li rimetti fuori dopo tre giorni". Me ne andai sbattendo la porta". La "fase tre" arriva nell' autunno del ' 94 quando Gorrini parla del prestito e della Mercedes a Paolo Berlusconi e, il 23 di novembre, racconta tutto agli ispettori ministeriali. Con quel gesto, visto che lo scontro Fininvest - Procura di Milano era arrivato al culmine, Pupi pensava piu' che altro di ottenere "contropartite" da Paolo Berlusconi, cioe' un appoggio autorevole nella vertenza civile sulle azioni della Maa assicurazioni che lo contrapponeva alla Banca popolare di Novara. Ma poi non ebbe neppure quello. Quando, nel maggio ' 95, il pm Fabio Salamone apri' un' istruttoria sulle accuse di Gorrini contenute nell' inchiesta ministeriale archiviata appena Di Pietro lascio' la toga, Gorrini si ritrovo' solo ad accusare l' ex pm di Mani pulite e alla fine il gip archivio' tutto. Ma ieri, davanti al tribunale, ha ribadito tutto. Sfumando il ruolo di Paolo Berlusconi ("mi disse solo di agire secondo coscienza") e rivelando che una terza misteriosa persona, oltre a Ugo Dinacci e all' ispettore Domenico De Biase, era presente quel pomeriggio del 23 novembre quando si presento' negli uffici dell' ispettorato di Roma. Nessun cenno a un eventuale intervento di Cesare Previti. Sulla storia dei cento milioni, Gorrini ha insistito nel dire che per lui non si trattava di un prestito ma di un "regalo", cosi' come avvenne per la Mercedes. E ha precisato che non subi' pressioni da Di Pietro, ma accolse le sue richieste solo per amicizia. Sui particolari, rispetto alle tre deposizioni rese a Salamone, Gorrini - incalzato dal pg Giustozzi che mostra un perenne scetticismo - spesso si contraddice ma il nocciolo resta intatto. E, non riuscendo a sparare l' ultimo veleno in aula, lo fa fuori, con i giornalisti. Racconta di quando seppe che l' immobiliarista Renato Della Valle, con cui aveva in ballo un affare, poteva essere arrestato. "Corsi da Di Pietro e lui cerco' subito al telefono il pm di Roma Vinci. Riprovo' 4 volte e alla fine riusci' a rintracciarlo sul cellulare mentre stava facendo un interrogatorio in carcere". Prima di Gorrini era stato sentito il suo ex legale, Mario Donzelli, che ha ricostruito - sulla base delle confidenze che gli fece il suo cliente all' epoca dei fatti - i passaggi che portarono alla deposizione davanti agli ispettori. Osvaldo Rocca, ex braccio detro di Gorrini e amico di Di Pietro, si e' invece avvalso della facolta' di non rispondere.
Corvi Luigi
http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/03/Gorrini_alza_velo_sui_favori_co_0_9612039814.shtml
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pensa Bersani con chi si è ridotto a scendere "a patti"......... il più sano ha la rogna....è proprio vero:boss::(:angry:[/quote]
Ma che bei garantisti della domenica
Mentre tutti quelli che hanno processi in corso sono da ritenersi innocenti , sempre a detta dei garantisti all'amatriciana o alla casseula, fate voi , per Di Pietro non vale, non solo non vale, ma non vale nemmeno l'ASSOLUZIONE PER NON AVER COMMESSO IL FATTO!
Alla faccia del bicarbonato di sodio!
:boss:
La conoscevo la storia Antonio;) e non mi faccio alcun problema, anzi me la rido:)
I Berluscones dovrebbero vergognarsi per essere gli elettori di un furfante....così si dice in giro, ma io non mi vergogno:nerd:
Mi chiedo invece cosa dovrebbero fare i sostenitori di Tonino l'Onesto:boss:
O quelli di un'armata Brancaleone di nome PD:boss:
O quelli dei Peones dell'UDC (l'ho votata alle ultime elezioni e me ne vergogno ancora:()
Rimango sempre dell'avviso che è meglio fare invidia che compassione e quantomeno il Berly ci "dispensa" da falsi moralismi, giustizialismi, minacce di guerre civili ecc...ecc...ecc....
Avanti così che il Berly avanza;)[/quote]
Ma di quale invidia stai parlando, a me non fa invidia fa vergogna essere rappresentato da un personaggio simile, oggi si chiama Berlusconi e se domani casomai ce ne fosse un altro che si comporta nello stesso modo che fosse di sinistra o destra me ne vergognerei lo stesso.
Lungi da me la volontà di offendere ma a me sembra anche vergognoso leggere certe affermazioni, ma dove sono andati a finire i valori?
Quelli di Tonino l'Onesto?
Per me i valori sono quelli di un tricolore calpestato sotto i piedi dalle bandiere arcobaleno e dai canti dementi 10 100 100 e così sia...non riesco nemmeno a ripeterle certe nefandezze.
Fortunatamente "qualcuno" a quel tricolore ha ridato gloria e rispetto, al punto che ora tutti fanno a gara per averlo nel loro simbolo......ricordi quando lo avevano solo il MSI e i liberali????....Sembrava che tutti gli altri partiti se ne vergognassero
Quello che per molti come te è una vergogna, per molti come me è una persona che ha dato lustro ad una regione prima ed ora a una Nazione.
Tutto il mondo era abituato ad avere un Italia fatta di governi fantoccio, baciapile dei potenti di turno e conniventi con la mafia.
Ora le cose stanno cambiando e solo se non si vogliono vedere non le si vedono.
Sono rimasti solo i Tabloid Londinesi che poi non so cos'abbiano di che lodarsi a cercar di affondare un premier italiano che "da fastidio" e cavalcare le sue caricature da macchietta innegabili, per cercar di screditare un intero popolo è il tipico snobismo dei mangia bakon.
Forse non vi ricordate quale fosse l'opinione che l'Italia aveva all'estero 30/20 anni fa.....quella si era roba di cui vergognarsi, quando i governi non governavano e non restavano in carica mai più di poche settimane
Avevamo un debito pubblico che al confronto quello odierno son noccioline ed è tutto dire.....inflazione al 18% annuo....ma qualcuno se le ricorda o no queste cose?
erano gli anni della "conflittualità permanente" di Lama e dei cori a tutti gli angoli delle scuole e nelle aule magne "fuori la NATO dall'Italia...fuori l'Italia dalla NATO"......gridati, anzi blaterati da tanti "cercopitechi con sembianze umane" eskimo e passamontagna rosso.
Io non la rimpiango per nulla quell'Italia delle ritmo che marcivano e delle Alfa che si bucavano dopo pochi mesi all'aperto......era la qualità del nostro Made in Italy di cui non ne andavo per nulla fiero........all'estero eravamo pizza mafia e mandolino.....
Adesso mi chiamano Berlusconi.......con un sorrisetto ironico, ma preferisco così!!!!
GRAZIE!!!!:):boss::|
Quali Valori Antonio?
Quelli di Tonino l'Onesto?
Per me i valori sono quelli di un tricolore calpestato sotto i piedi dalle bandiere arcobaleno e dai canti dementi 10 100 100 e così sia...non riesco nemmeno a ripeterle certe nefandezze.
Quello che per molti come te è una vergogna, per molti come me è una persona che ha dato lustro ad una regione prima ed ora a una Nazione.
Tutto il mondo era abituato ad avere un Italia fatta di governi fantoccio, baciapile dei potenti di turno e conniventi con la mafia.
Ora le cose stanno cambiando e solo se non si vogliono vedere non le si vedono.
Sono rimasti solo i Tabloid Londinesi che poi non so cos'abbiano di che lodarsi a cercar di affondare un premier italiano che "da fastidio" e cavalcare le sue caricature da macchietta innegabili, per cercar di screditare un intero popolo è il tipico snobismo dei mangia bakon.
Forse non vi ricordate quale fosse l'opinione che l'Italia aveva all'estero 30/20 anni fa.....quella si era roba di cui vergognarsi, quando i governi non governavano e non restavano in carica mai più di poche settimane
Avevamo un debito pubblico che al confronto quello odierno son noccioline ed è tutto dire.....inflazione al 18% annuo....ma qualcuno se le ricorda o no queste cose?
erano gli anni della "conflittualità permanente" di Lama e dei cori a tutti gli angoli delle scuole e nelle aule magne "fuori la NATO dall'Italia...fuori l'Italia dalla NATO"......gridati, anzi blaterati da tanti "cercopitechi con sembianze umane" eskimo e passamontagna rosso.
Io non la rimpiango per nulla quell'Italia delle ritmo che marcivano e delle Alfa che si bucavano dopo pochi mesi all'aperto......era la qualità del nostro Made in Italy di cui non ne andavo per nulla fiero........all'estero eravamo pizza mafia e mandolino.....
Adesso mi chiamano Berlusconi.......con un sorrisetto ironico, ma preferisco così!!!!
GRAZIE!!!!:):boss::|[/quote]
Sbagli Paolo non me ne frega nulla se si chiama Berly o Tonino, parlo dei miei valori, dei tuoi valori quelli che i nostri genitori ti hanno insegnato.
IO non sono per scegliere il meno peggio, mi spiace ma te stai confondendo troppo la politica dalle persone.