Storie di leadership quotidiana
Un'anziana donna africana aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Il vaso di sinistra aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello al villaggio, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati.
Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:
"Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso il villaggio".
La vecchia sorrise: "Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla parte sinistra del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso?
È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare il villaggio. Se tu non fossi stato come sei, non avremmo avuto quelle bellezze".
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati.
Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:
"Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso il villaggio".
La vecchia sorrise: "Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla parte sinistra del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso?
È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare il villaggio. Se tu non fossi stato come sei, non avremmo avuto quelle bellezze".
Commenti
Dové finito il calore dei gesti
il saluto per il saluto
e non per il conto
che deve tornare
Dove sono finite le strette di mano
calde, forti e sincere
e il piacere
delle belle atmosfere
Relazioniamo ormai
solo coi tasti delle tastiere
specchiandoci
in egocentrici monitor
senza parere
Stefano Cosulich
chi certamente perderà sarà la terra che calpestano.
proverbio kenyano
CHE GUEVARA
Zetros allora le dovrò imparare per aprile ???
[/quote]
si, poi ti interrogo...
eh eh eh
ammazza però, che pessimismo cosmico che c'è in giro...
fino in kenia bisogna andare a pescare i testi?
allora beccatevi questa, più nostrana...
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
(S. Quasinodo)
poi oltre a star male voi.. guardate i risultati... fate star male tutti... vepossino...... :evil:
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)
“Che cosa sta facendo?” chiedi. “Non vedi, sto segando questo albero” è la secca risposta. “Ma mi sembrate sfinito!” esclami. “Da quanto ci lavora?” “Più di cinque ore e non ne posso proprio più! E’ un lavoro massacrante” risponde quello. “Perchè non smette per qualche minuto e dà una bella affilata a quella sega?” suggerisci. Sono sicuro che funzionerebbe molto più alla svelta.”
L’uomo risponde con tono irritato “Non ho tempo di affilare la sega, sono troppo occupato a segare!”. L’attività di segare l’albero senza interruzione è poco efficiente. Il processo del taglio rende spuntita la lama. Quindi la soluzione migliore è di afflilare la sega periodicamente.
Sembra che anche Abramo Lincoln fosse dello stesso parere e abbia detto “ Se avessi a disposizione otto ore per abbattere un albero, ne passerei sei ad affilare l’ascia”.
“Affilare la sega” permette di accrescere la maggior risorsa di cui disponiamo:noi stessi. Significa sostanzialmente esprimere tutte e quattro le dimensioni della nostra natura, regolarmente e costantemente in modo saggio e equilibrato.
La dimensione fisica: richiede che noi badiamo in modo efficace al nostro corpo: mangiando il cibo giusto, concedendoci il riposo e il relax che servono e tenendoci regolarmente in esercizio.
La dimensione spirituale: è il nostro nucleo, il nostro centro, l’impegno verso il nostro sistema di valori. E’un territorio della nostra vita molto privato e di suprema importanza. Esso attinge alle fonti che ci ispirano e ci elevano e ci lega alle verità eterne della intera umanità. Per qualcuno è l’immeggersi nella grande letteratura o nella grande musica per altri leggere e meditare sulle sacre scritture. C’è chi trova la spiritualità nella comunione con la natura.
La dimensione mentale: il nostro sviluppo e la nostra disciplina di studio derivano per la maggior parte dalla istruzione formale ricevuta. Ma non appena abbandonano la scuola, molti lasciano che la loro mente si atrofizzi.Non si dedicano più seriamente alla lettura, non approfondiscono nessun nuovo argomento, non scrivono. Invece, il processo educativo, il continuo apprendimento e affinamento, la costante espansione della mente, è un rinnovamento mentale d’importanza vitale.
La dimensione sociale/emozionale: sono legate fra loro perché la vita emotiva si sviluppa principalmente in seguito alle nostre relazioni con gli altri e in esse si manifesta. Rinnovare la dimensione sociale/emozionale non richiede tempo nello stesso senso in cui lo richiede il rinnovamento delle altre dimensioni. Possiamo farlo nelle normali interazioni quotidiane con gli altri, ma richiede decisamente esercizio.
Ti suggerisco alcuni passi per comiciare a riequilibrare la tua vita.
1) Cambia il tuo atteggiamento. Devi smettere di pensare al tempo dedicato alla tua famiglia, all’attività fisica o al tempo libero come a del tempo sprecato.
2)Trova il tempo da dedicare a te stesso. La maggior parte di noi è decisamente troppo impegnata nel lavoro. Forse è il momento di rivedere le priorità. Prendi la decisione di dedicare tanta energia alla pianificazione del tuo tempo libero quanto ne dedichi alla pianificazione delle tue giornate lavorative.
3) Agisci. Fai qualcosa. Fai attività che non sono correlate con il lavoro. Attività che ti permettono di affilare la lama e tornare avolgere le tue attività in maniera più produttiva.
Ecco alcune idee:
Leggi qualcosa di istruttivo e formativo
Ascolta la tua musica preferita
Scrivi un diario
Partecipa ad un seminario
Impara una nuova attività
Inizia a frequentare una palestra
Imposta nuovi obiettivi o aggiorna i vecchi
Fai esercizio fisico
Svolgi quei piccoli compiti che fino ad oggi hai tralasciato
Leggi questo blog.
Per quanto mi riguarda, le principali attività che mi danno benessere e mi permettono di “affilare la sega” sono la lettura di un bel libro istruttivo, immergermi nella natura, fare jogging ed infine scrivere su questo blog. Tu invece quale attività svolgi per ricaricare le pile?
A presto…
PS: stasera non ho mangiato proprio
:P