A Barile (Pz) per la processione del Cristo Morto del Venerdì Santo

modificato febbraio 2010 in Produttori Camper & Caravan
La Sacra rappresentazione con personaggi viventi del Venerdì Santo di Barile (Potenza) è una delle più antiche della Basilicata e del Sud Italia. Le sue origini risalgono al 1600.
La messa in scena del dramma del Golgota venne organizzata per la prima volta dal sacrestano della chiesa di San Nicola. Le vie strette del centro storico, attraverso le quali si snoda il corteo dei personaggi (divisi in 25 gruppi, per un totale di 116 figuranti di ogni età ), rendono suggestiva la Sacra rappresentazione di Barile. Il centro «arbereshe» (a Barile si parla l’Albanese) entra nel clima del Venerdì Santo dal 19 marzo di ogni anno, giorno di San Giuseppe, quando i giovani che si travestiranno da «Centurioni a cavallo» iniziano a girare per le strade in cui si snoderà la processione. Uno dei «Centurioni» è munito di tromba e la suona stazionando sotto le abitazioni di chi impersonerà il «Cristo con la croce» e la «Madonna». Il suono della tromba, i falò, i canti popolari e le preghiere indicano chiaramente che la comunità barilese sta preparando con dedizione la “sua” Via Crucis.
Sin dalle prime edizioni, i personaggi del Venerdì Santo sono stati riadattati dalla tradizione popolare. Sono presenti nel corteo tre figure del Cristo: quella con la croce e due con la canna e la colonna, volte a ricordare i momenti in cui a Gesù fu data una canna «Ecce homo» come scettro e quando il Salvatore fu legato ad una colonna per essere fustigato. In origine le tre figure del Cristo sfilavano coperte, erano avvolte da un sudario bianco che impediva di riconoscere gli interpreti. Dagli anni ’40 del secolo scorso, la figura del «Cristo con la croce» sfila scoperta: cammina scalzo per l’intero percorso (circa quattro chilometri), trasporta una pesante croce e trascina una catena di ferro. Sono tuttora incappucciati il «Cristo con canna» e quello con la «Colonna». Di grande interesse anche le figure di Maria Addolorata, Zingara, Moro e Malco.

Zingara. Secondo la tradizione paesana, è colei che fornì i chiodi forgiati rudemente per la crocifissione di Cristo. Sfila pavoneggiandosi, accompagnata dalla «Zingarella», sorridendo e distribuendo ceci e confetti, incurante delle sofferenze dei personaggi cristiani. Petto e mani sono completamente ricoperti d’oro. Simboleggia la lussuria.

Moro. È un altro personaggio pagano, creato dalla tradizione del borgo vulturino. Non ha origini precise. Forse simboleggia i Turchi, che nel 1400 minacciarono l’Albania, causando dal «Paese delle aquile» la fuga di molti cittadini. Gli albanesi fondarono diverse comunità nell’Italia meridionale. Compresa quella di Barile.

Malco. Calza scarponi rovesci come cilicio. Non ha nella processione una collocazione fissa. Rappresenta l’ebreo errante e colui che schiaffeggiò Gesù. È incappucciato ed irrequieto, perché condannato a non trovare più pace per l’offesa arrecata a Cristo.

L’11 maggio 1983 il Comitato Sacra rappresentazione realizzò a Roma nella Città del Vaticano, alla presenza di Giovanni Paolo II, l’inimitabile processione dei misteri. Più di quattrocento fedeli di Barile giunsero in quell’occasione nella capitale e a San Pietro per assistere alla Passione di Cristo, nella quale fede e tradizione costituiscono un binomio indissolubile.


Barile è un piccolo centro della provincia di Potenza, si raggiunge attraverso l'A16, uscita Candela

L'organizzazione ha previsto spazi appositi e gratuiti per la sosta dei camper.
.... dall'etruschia centrale viterbese.....
è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)


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