molti lo sono, ma tanti altri: quando diventeranno occidentali??

modificato 05:19 in Camper Bar
e' agli arresti domiciliari...io invece x punirlo avrei frustato x un po' lui!

da Affaritaliani.it

Marocchina frustata perche' troppo occidentale, padre arrestato
Mercoledí 31.08.2011 20:03
I carabinieri hanno arrestato un operaio nord africano, padre di una minorenne che riempiva di botte e frustava perche' ritenuta "troppo occidentale". I militari hanno denunciato anche la mamma per concorso in maltrattamenti in famiglia. La ragazza, come tutte le sue coetanee, gia' da qualche anno aveva cominciato ad indossare abiti occidentali, attirando su di se' i primi rimproveri dei genitori. Due anni fa ha conosciuto un connazionale, con il quale e' nata una relazione sentimentale, ma senza il favore di papa' e mamma, che prima le hanno impedito di vederlo e poi le hanno vietato di uscire di casa in alcuni orari. Da quel momento, e' iniziato un vero e proprio calvario.

Tra gli oggetti sequestrati dai carabinieri, anche un filo elettrico, usato da frusta. L'arresto dell uomo e' scattato al termine di una escalation di violenze. Il padre, tornato a casa, ha notato che la ragazza indossava una maglietta a maniche corte e, dopo averla afferrata per i capelli, l'ha sbattuta contro una parete di casa; la ragazza e' riuscita a scappare, rientrando solo dopo aver avuto la certezza che il padre fosse andato fuori per lavoro. Ma ha dovuto affrontare l'ira della mamma, che l'ha insultata e minacciata di cacciarla di casa. A quel punto la ragazza si e' rifugiata in soffitta, ma una volta a casa, il padre l'ha cercata e, dopo aver sfondato la porta della camera, ha cercato di frustarla con il filo elettrico. A quel punto, la giovane e' scappata via dalla finestra. Sono stati alcuni vicini ad allertare i carabinieri.

"E' un crimine contro l'umanita' che nel nostro Paese deve essere sanzionato esemplarmente". E' quanto sostengono, in una nota congiunta, il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, e Alessandro Pedrini, dg dell'Osservatorio, a proposito della 17enne marocchina frustata dal padre, a Pesaro, perche' troppo occidentalizzata. Per Marziale e Pedrini: "Gente di siffatta risma deve mettersi in testa che vivere in Italia comporta un processo di adeguamento alle nostre regole, ai nostri costumi e alle nostre leggi. Non e' tollerabile che una poco piu' che bambina debba patire cosi' terrificante umiliazione sol perche' cresce in sintonia con la societa' che l'ha accolta e la circonda. Il diritto all'integrazione e' sancito dalla Dichiarazione universale sui Diritti del Fanciullo, che l'Italia ha firmato e che e' tenuta a far rispettare senza attenuanti di sorta". I due esponenti dell'Osservatorio concludono: "Non c'e' ragione al mondo che possa giustificare la violenza, soprattutto contro i minorenni. Se ci sono le condizioni la ragazza sia tutelata in una casa famiglia, perche' ha diritto di asilo, e il padre rispedito in patria senza possibilita' di ritorno, ma solo dopo avere scontato qui la pena adeguata"
"In Italia le donne possono godere di tutti i diritti, al pari degli uomini: nessuno pu pensare di riportare indietro le lancette della civiltà, chiudere la propria figlia in un solaio, prenderla a frustate e farla franca. Mi auguro, dunque, che la posizione del padre e della madre della diciassettenne marocchina sia valutata con la necessaria severitØ dalla magistratura; non vada persa l'occasione di dimostrare ancora una volta alle giovani donne immigrate che il Paese sta dalla loro parte e che possono rivolgersi con fiducia alle autoritØ". Cos¼ il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, sul caso della diciassettenne marocchina salvata dal suicidio dopo mesi di vessazioni da parte dei genitori che la accusavano di essere troppo "occidentale". "Le donne immigrate sono una componente sempre pi fondamentale della nostra società, si stanno facendo largo in mondi complessi come quello dell'impresa e del lavoro, contribuiscono in maniera decisiva ai processi di integrazione anche educando i figli a vivere in un Paese diverso da quello di origine, rispettandone le regole e la cultura. Alcune di esse, per fortuna sempre meno, restano per vittime di soprusi e prigioniere di culture che le vorrebbero assoggettate all'uomo: questi atteggiamenti, bisogna dirlo in maniera molto chiara e dimostrarlo con fermezza, sono in contrasto con la Costituzione Italiana e le nostre leggi", conclude Carfagna.

Commenti

  • modificato 05:19
    oggi, al lavoro da me, la donna delle pulizie mi ha raccontato che era senza casa, viveva con la sorella e il cognato.Quest'ultimo l'altro giorno l'ha vista in giro con un uomo ed e' cosi' stata buttata fuori da casa!
    :|
  • modificato 05:19
    poi questo e' il massimo!!:|

    La balia torturata dal figlio di Gheddafi
    Gettata in un angolo di casa come un cane, denutrita, costretta a dormire a terra e con sul volto i segni inequivocabili dei maltrattamenti subiti, simili a torture. Il crollo del regime a Tripoli ha iniziato a far emergere storie sconcertanti sul comportamento della famiglia Gheddafi. Come quella della balia etiope, Shweyga Mullah, dipendente di Hannibal, considerato la ‘testa calda’ tra i figli del colonnello, ritrovata in condizioni disperate da una troupe della Cnn in un complesso residenziale dei Gheddafi nella capitale libica. Lì in una delle numerose stanze delle ville del compound con vista direttamente sul mare, Shweyga ha raccontato la sua storia, una testimonianza cruda delle angherie subite da Hannibal e dalla moglie, Aline. È il racconto di una vera e propria casa degli orrori che emerge dalle parole della balia, malgrado l’opulenza degli arredamenti, gli stucchi e le piscine, le bottiglie vuote di scotch e di champagne rosè Laurent Perrier trovate dai giornalisti sul bordo di lussuose vasche idromassaggio Jacuzzi.
    È un vero e proprio choc vedere le immagini video di Shweyga, 30 anni, bruciata da Aline in un momento di collera e costretta ad indossare un cappello e il velo per coprirsi il volto sfigurato dal fuoco. Tre mesi fa la giovane donna aveva rifiutato di picchiare la figlia di Aline e Hannibal che continuava a piangere. La moglie del figlio del colonnello aveva punito quell’ ‘insubordinazione’ senza pietà. «Mi ha trascinato in bagno – ha denunciato con voce apparentemente calma la balia, che da circa un anno lavorava per i Gheddafi – mi ha legato i piedi e le mani dietro la schiena. Poi mi ha tappato la bocca e iniziato a versare acqua bollente sul capo». I segni di quella ‘punizione’ sono tangibili. Shweyga ha cicatrici, alcune anche recenti, sul capo, sulle gambe e il busto.
    Secondo il giornalista della ‘Cnn’ che l’ha incontrata, del liquido trasparente, probabilmente plasma, le esce da una delle ferite aperte. Dopo quell’episodio uno dei suoi colleghi l’aveva portata in ospedale per farla curare. Ma il suo ritorno a casa era stato ancora più terribile. Venuta a conoscenza di quanto accuduto, Aline aveva gettato la balia fuori di casa. «Avevo freddo ed ero senzo cibo ed acqua. Lei ha detto a tutto lo staff che se mi avessero nutrito avrebbe fatto lo stesso a loro». Shweyga era costretta a guardare i cani che mangiavano mentre sentiva aumentare i morsi della fame. «Ho lavorato un anno intero e non mi hanno dato un centesimo – conclude la balia – ora voglio andare in ospedale. Non ho denaro, non ho niente».
    Le torture inflitte alla donna sono solo l’ennesimo episodio di violenza che riguarda uno dei figli di Gheddafi. Seif al-Islam, l’erede designato è atteso da un processo della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità e Khamis, forse ucciso ieri, ha guidato barbaramente la repressione contro gli antigovernativi. Hannibal è da anni ritenuto la ‘testa calda’ della famiglia. Dopo essersi distinto per il lavoro svolto nell’industria nazionale petrolifera, nel 2008 aveva portato la Libia a una crisi diplomatica con la Svizzera. Dopo il suo arresto per avere aggredito due cameriere a Ginevra, Tripoli aveva scatenato un’offensiva contro Berna, espellendo i diplomatici svizzeri e boicottandone i prodotti. Già nel 2001 Hannibal aveva aggredito tre agenti di polizia in Italia e nel 2005 era stato accusato di avere picchiato una ragazza a Parigi.

    Fonte: http://www.leggo.it/articolo.php?id=136773
  • modificato 05:19
    io mi domando il perchè le donne nn riescono ha ribellarsi..anche xkè chi si ribella viene punito..quanti casi abbiamo sentito?ma se vengono qui a vivere e i loro figli nascono in terra italiana (quindi sn italiani) xkè anche se mantengono le loro abitudini pero' si devono abituare anche alle abitudini del paese in cui hanno deciso di vivere,quindi in Italia le loro figlie devono essere liberi di vivere come viviamo qui

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