come forse vi ho già detto

mi sono occupato in prima persona di portare clienti al proprietario del capannone dove teniamo i camper.
lui è un ricco imprenditore che tiene questo stabile come macchina da soldi cercando di investire il meno possibile anche se ora ci sta mettendo a norma l'impianto elettrico aggiungendo prese della corrente e impianto antifurto.

dagli 8 camper iniziali ora siamo in 17 dentro e 2 in cortile.

ieri sera ero li e notavo, che pur essendo alcuni di noi (non io) molto benestanti, tranne due, gli altri sono tutti mezzi con almeno 10 anni di vita, uno è addirittura dell'82, tenuto benissimo.

e soprattutto nessuno ha intenzione di cambiarlo.

guardando questo piccolo spicchio di mercato, mi viene da chiedermi come possono stare in piedi i produttori.

Cosa ne pensate?

Commenti

  • modificato April 2019
    pensa anche quante auto con targa D...... (decennali) e antecedenti sono ancora in circolazione,
    come anzianità i camper durano di più...
    Chi va "Sano" va piano e va lontano...
  • la mia Toyota ha targa C....
  • Anche la mia citroen è con la c ma il camper FL =)
  • modificato April 2019
    Mister, nel mio rimessaggio (che costa 1500 euro l'anno) ci sono tutti mezzi nuovi e strafighi. Io mi rifaccio gli occhi, ma là dentro col nostro Superbrig del 2005 siamo gli straccioni!
    Burstner Premio Life 490 tk
  • Io pago più di assicurazione che rimessaggio
  • i produttori sono aziende che fanno indagini di mercato, specialmente tramite tutte queste menifestazioni Parma ,Carrara ecc ecc i sititi tipo questo lr chiacchere da bar dopodiche assumono, licenziano, investono, fanno offerte, quando ci fanno un offerta interessante vorremmo mica pensare che il venditore vada in perdita tantomeno l'azienda, sapete meglio di me fare questi conti, ad esempio quanto può costare a noi un frigo trivalente e quanto alla laika.
    Al 2017 Laika ha 112 concessionarie, di cui 23 in Italia, 25 in Francia, 19 in Germania, 9 in Norvegia, 8 in Svezia, 7 in Spagna, 3 in Svizzera, 3 in Gran Bretagna, 3 in Repubblica Ceca, 2 in Belgio, 2 in Polonia, 1 in Irlanda, 1 in Olanda, 1 in Austria, 1 in Portogallo, 1 in Lituania, 1 in Bulgaria, 1 in Repubblica Slovacca, 1 in Slovenia non penserete paghi il frigo come noi??    io ho una piccolissima ditta dove ci si serve direttamente da una casa produttrice per acqustare il materiale successivamente montato, l'offerta che fanno a me in quanto compro molto materiale da loro a differenza di un privato è un 50%extra 20%, quindi lo pago un pò più di un quarto, al cliente finale conviene chiamare me che allo stesso prezzo pagato da lui per l'acquisto da me compreso ha il montaggio, e in più ci guadagno..
    Poi avrei un sacco di altri esempi dati dal fatto che mio pare collabora con unconcessionario di auto ma non mi dilungo.
    come detto sopra queste aziende quando chiudono per determinati motivi ora non ricordo quale azienda ha chiuso perchè il figlio erede si stava mangiato tutto, altre magari per non passare momenti di crisi chiudi in attivo.. ma normalmente stanno in piedi anche perche il mercato di questi produttori è in tutta europa e oltre non guadagnano solo su di noi...

  • Per stimolare il ricambio sono necessarie diverse condizioni, la prima è la disponibilità economica non indifferente a comperare un camper nuovo, la seconda è la godibilità del bene nel caso il camper. Qui casca l'asino, oggi il turismo intinerante non gode di quelle attrezzature di cui avrebbe bisogno, i campeggi  oltre ad essere cari sono deludenti, mentre per le aree sosta va ancora peggio per non parlare del sovraffollamento da campo di concentramento. Poi ci sono i comuni che hanno dichiarato guerra al camper e tra divieti e barre ai posteggi c'è da divertirsi. Mi direte che c'è pure la libera si ma in queste condizioni in cui vive la società oggi di poca sicurezza che si fida.  Pure io ho un mezzo datato e potrei comperarlo nuovo, non lo faccio perchè l'investimento non vale la candela. Una cosa mi chiedo ma perchè il mondo camper ( produttoro,venditori,assistenza ecc.) non fanno pressione sulle autorità per rendere il turismo intinerante una opportunità, ciaoo.  
  • Non serve fare pressioni sulle autorità, quando sono gli stessi camperisti a non creare le opportunità. Spiegatemi perché un sindaco, dopo aver speso i soldi dei contribuenti per costruire un'area sosta, deve spendere altri soldi per togliere le sbarre e costruire nuovi parcheggi per permettere a noi camperisti di soggiornare gratis. Se esiste un'area sosta, bisogna servirsi dell'area sosta, altrimenti in quella determinata località non si entra.

    Certo le strutture devono essere adeguate e la tariffa richiesta deve solamente coprire le spese dei servizi offerti. Il comune non deve fare cassa sui servizi, ma sugli introiti che ne ricavano i commercianti locali.
    E, a questo punto è d'uopo fare una considerazione. Se si vuole essere bene accetti in una località, bisogna che i camperisti non diventi un costo per la comunità ospitante, ma diventi una risorsa. E questo significa non arrivare con la cambusa piena, ma acquistare tutto in loco e servirsi degli esercizi locali.

    Il camper è un mezzo costoso e questo è un dato di fatto, ma non non sono certamente i campeggi, le aree sosta ed i comuni poco camper friendly a determinare una ristagnazione del mercato. Diciamo piuttosto che molti si sono resi conto che possedere un v.r è costoso e non determina nessun risparmio rispetto ad altre forme di vacanze.

    Forse è ora che la smettiamo di nasconderci dietro ai luoghi comuni e guardiamo veramente la realtà in faccia. L'Italia è al terzo posto in Europa per numero di aree sosta, certo la media dei prezzi applicati nelle stazioni turistiche di grido è normalmente superiore a quella europea e lo stesso vale per i campeggi. Tuttavia il camper è un mezzo eclettico e flessibile e, se usato con intelligenza, ci permette delle vacanze indimenticabili anche fuori dalla pazza folla. Certo che se vogliamo andare tutti ad ogosto in Sardegna, bisogna anche accettarne le conseguenze.

  • Federica, casomai cambiassi idea, sappi che da noi uno ha messo in vendita il mezzo.
  • Rascal ha detto:
    Per stimolare il ricambio sono necessarie diverse condizioni, la prima è la disponibilità economica non indifferente a comperare un camper nuovo, la seconda è la godibilità del bene nel caso il camper. Qui casca l'asino, oggi il turismo intinerante non gode di quelle attrezzature di cui avrebbe bisogno, i campeggi  oltre ad essere cari sono deludenti, mentre per le aree sosta va ancora peggio per non parlare del sovraffollamento da campo di concentramento. Poi ci sono i comuni che hanno dichiarato guerra al camper e tra divieti e barre ai posteggi c'è da divertirsi. Mi direte che c'è pure la libera si ma in queste condizioni in cui vive la società oggi di poca sicurezza che si fida.  Pure io ho un mezzo datato e potrei comperarlo nuovo, non lo faccio perchè l'investimento non vale la candela. Una cosa mi chiedo ma perchè il mondo camper ( produttoro,venditori,assistenza ecc.) non fanno pressione sulle autorità per rendere il turismo intinerante una opportunità, ciaoo.  
    Perchè i tedeschi, gli inglesi, i francesi vanno in campeggio o per brevi soste in area sosta ? eppure loro le pagano come noi.
    Io credo che il problema sia diverso, in Italia la maggior parte dei camperisti l'ha comprato sperando di risparmiare ed ora fa di tutto per farlo a discapito di chi ha capito come si usa un camper.

    La mia casa continuerà  a viaggiare su due gambe e i miei sogni non avranno frontiere. 

    CHE GUEVARA
  • Misterpixel ha detto:
    Federica, casomai cambiassi idea, sappi che da noi uno ha messo in vendita il mezzo.
    Grazie, sto bene dove sono, mi è capitato già parecchie volte di dimenticare roba nel camper al rientro dal weekend. Avendolo vicino, il lunedì passo dentro e recupero. Se ne parlerà a gennaio prossimo, eventualmente!
    Burstner Premio Life 490 tk
  • Come possono stare in piedi i produttori? Semplice, basta leggere i dati che riporta il report annuale dell'associazione produttori, scaricabile al link che segue. Il numero di immatricolazioni è cresciuto da 81490 del 2015 a 110742 del 2017, quindi i produttori non solo stanno in piedi, ma ci stanno anche ben saldi!

    https://www.associazioneproduttoricamper.it/wp-content/uploads/2016/08/APC-Rapporto-nazionale-2018-Compresso.pdf

    Per chi non ha voglia di spulciare i dati c'è una risposta semplice e chiara:
    Il mercato estero; è ovvio che se si guarda solo il proprio capannone ci si chiede come possa stare in piedi la baracca, di queste 110742 del 2017 solo 5099 sono le immatricolazioni in Italia (di cui 739 destinate al noleggio). 40000 in Germania, oltre 20000 in Francia e 15000 nel Regno Unito, hai voglia a stare in piedi!

    Dei 225000 veicoli che circolano attualmente in Italia, ben 143000 ha un'eta superiore ai 10 anni (il mio tra 9 giorni ne compie 30, auguri!)

    Le motivazioni di tali differenze possono essere sia culturali (spesso il camperista viene visto come uno "zingaro", e in Italia si sa, conta più l'apparenza che la sostanza) che economiche, e secondo me questa opzione influisce molto di più.
    Saluti a tutti!
    Tommi
  • Tomtom1990 ha detto:
    Come possono stare in piedi i produttori? Semplice, basta leggere i dati che riporta il report annuale dell'associazione produttori, scaricabile al link che segue. Il numero di immatricolazioni è cresciuto da 81490 del 2015 a 110742 del 2017, quindi i produttori non solo stanno in piedi, ma ci stanno anche ben saldi!

    https://www.associazioneproduttoricamper.it/wp-content/uploads/2016/08/APC-Rapporto-nazionale-2018-Compresso.pdf

    Per chi non ha voglia di spulciare i dati c'è una risposta semplice e chiara:
    Il mercato estero; è ovvio che se si guarda solo il proprio capannone ci si chiede come possa stare in piedi la baracca, di queste 110742 del 2017 solo 5099 sono le immatricolazioni in Italia (di cui 739 destinate al noleggio). 40000 in Germania, oltre 20000 in Francia e 15000 nel Regno Unito, hai voglia a stare in piedi!

    Dei 225000 veicoli che circolano attualmente in Italia, ben 143000 ha un'eta superiore ai 10 anni (il mio tra 9 giorni ne compie 30, auguri!)

    Le motivazioni di tali differenze possono essere sia culturali (spesso il camperista viene visto come uno "zingaro", e in Italia si sa, conta più l'apparenza che la sostanza) che economiche, e secondo me questa opzione influisce molto di più.
    Saluti a tutti!
    Tommi
    un ottima disanima, ma è anche un fatto culturale, vado spesso al caravan park sexten nel periodo natalizio dove si radunano i top camper tedeschi e vedo spesso delle porsche cayenne con il gancio traino e dietro una caravan anche non top di gamma.
    Un Italiano non lo farebbe mai se può permettersi una macchina simile di certo non va in campeggio, va in barca. Come ha detto Tom tom gli italiani sono per l'apparenza, i popoli del nord sono "pratici" e amano il campeggio che nella sua diversità ti permette di "staccare" dopo una settimana di lavoro.
    ciao

    La mia casa continuerà  a viaggiare su due gambe e i miei sogni non avranno frontiere. 

    CHE GUEVARA
  • Brianzagolf ha detto:
    Tomtom1990 ha detto:
    Come possono stare in piedi i produttori? Semplice, basta leggere i dati che riporta il report annuale dell'associazione produttori, scaricabile al link che segue. Il numero di immatricolazioni è cresciuto da 81490 del 2015 a 110742 del 2017, quindi i produttori non solo stanno in piedi, ma ci stanno anche ben saldi!

    https://www.associazioneproduttoricamper.it/wp-content/uploads/2016/08/APC-Rapporto-nazionale-2018-Compresso.pdf

    Per chi non ha voglia di spulciare i dati c'è una risposta semplice e chiara:
    Il mercato estero; è ovvio che se si guarda solo il proprio capannone ci si chiede come possa stare in piedi la baracca, di queste 110742 del 2017 solo 5099 sono le immatricolazioni in Italia (di cui 739 destinate al noleggio). 40000 in Germania, oltre 20000 in Francia e 15000 nel Regno Unito, hai voglia a stare in piedi!

    Dei 225000 veicoli che circolano attualmente in Italia, ben 143000 ha un'eta superiore ai 10 anni (il mio tra 9 giorni ne compie 30, auguri!)

    Le motivazioni di tali differenze possono essere sia culturali (spesso il camperista viene visto come uno "zingaro", e in Italia si sa, conta più l'apparenza che la sostanza) che economiche, e secondo me questa opzione influisce molto di più.
    Saluti a tutti!
    Tommi
    un ottima disanima, ma è anche un fatto culturale, vado spesso al caravan park sexten nel periodo natalizio dove si radunano i top camper tedeschi e vedo spesso delle porsche cayenne con il gancio traino e dietro una caravan anche non top di gamma.
    Un Italiano non lo farebbe mai se può permettersi una macchina simile di certo non va in campeggio, va in barca. Come ha detto Tom tom gli italiani sono per l'apparenza, i popoli del nord sono "pratici" e amano il campeggio che nella sua diversità ti permette di "staccare" dopo una settimana di lavoro.
    ciao

    Credo che in Italia il turismo plein air sia considerato dai non appartenenti come un turismo di rango inferiore, colpa forse dall'atteggiamento di molti nostri colleghi che esibiscono comportamenti da "cavernicoli".
    Bivaccare in un parcheggio pubblico non rafforza certamente la dignità del turismo plein air e scoraggia chiunque a farne parte.
    Se vogliamo che l'abitar viaggiando abbia il ruolo che gli spetta di diritto, dobbiamo tutti contribuire a sollevarne il livello qualitativo, evitando in primo luogo comportamenti men che civili e dignitosi.
  • Roussillon ha detto:
    Brianzagolf ha detto:
    Tomtom1990 ha detto:
    Come possono stare in piedi i produttori? Semplice, basta leggere i dati che riporta il report annuale dell'associazione produttori, scaricabile al link che segue. Il numero di immatricolazioni è cresciuto da 81490 del 2015 a 110742 del 2017, quindi i produttori non solo stanno in piedi, ma ci stanno anche ben saldi!

    https://www.associazioneproduttoricamper.it/wp-content/uploads/2016/08/APC-Rapporto-nazionale-2018-Compresso.pdf

    Per chi non ha voglia di spulciare i dati c'è una risposta semplice e chiara:
    Il mercato estero; è ovvio che se si guarda solo il proprio capannone ci si chiede come possa stare in piedi la baracca, di queste 110742 del 2017 solo 5099 sono le immatricolazioni in Italia (di cui 739 destinate al noleggio). 40000 in Germania, oltre 20000 in Francia e 15000 nel Regno Unito, hai voglia a stare in piedi!

    Dei 225000 veicoli che circolano attualmente in Italia, ben 143000 ha un'eta superiore ai 10 anni (il mio tra 9 giorni ne compie 30, auguri!)

    Le motivazioni di tali differenze possono essere sia culturali (spesso il camperista viene visto come uno "zingaro", e in Italia si sa, conta più l'apparenza che la sostanza) che economiche, e secondo me questa opzione influisce molto di più.
    Saluti a tutti!
    Tommi
    un ottima disanima, ma è anche un fatto culturale, vado spesso al caravan park sexten nel periodo natalizio dove si radunano i top camper tedeschi e vedo spesso delle porsche cayenne con il gancio traino e dietro una caravan anche non top di gamma.
    Un Italiano non lo farebbe mai se può permettersi una macchina simile di certo non va in campeggio, va in barca. Come ha detto Tom tom gli italiani sono per l'apparenza, i popoli del nord sono "pratici" e amano il campeggio che nella sua diversità ti permette di "staccare" dopo una settimana di lavoro.
    ciao

    Credo che in Italia il turismo plein air sia considerato dai non appartenenti come un turismo di rango inferiore, colpa forse dall'atteggiamento di molti nostri colleghi che esibiscono comportamenti da "cavernicoli".
    Bivaccare in un parcheggio pubblico non rafforza certamente la dignità del turismo plein air e scoraggia chiunque a farne parte.
    Se vogliamo che l'abitar viaggiando abbia il ruolo che gli spetta di diritto, dobbiamo tutti contribuire a sollevarne il livello qualitativo, evitando in primo luogo comportamenti men che civili e dignitosi.
    hai scritto benissimo, purtroppo la vita camperistica da tanti anzi da troppi viene visto come un girovagare al risparmio assoluto, per cui alla fine si finisce male e qui a forza di tirare la corda finirà malissimo, forse di forse bisognerebbe che le strutture cominciassero a pensare di offrire servizi e tariffe minimali, ma poi non cominciamo a lamentarci

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