Quando non ci sono più speranze

modificato 15:29 in Camper Bar
Il suicidio assistito di Fabiano Damiani dovrebbe farci pensare molto e chiederci se ha senso ancora vivere per soffrire.Io personalmente penso di no e, quando c'è la certezza matematica di nessun miglioramento, non vedo perché si debbano prolungare le sofferenze solamente per tacitare la coscienza di qualcuno.E' certamente una decisione difficile, alla quale non si dovrebbe mai arrivare, ma, se si arriva, ogni individuo dovrebbe avere la libertà di decisione. Non credo che sia lo stato a dovermi dire se posso o non posso mettere fine alle mie sofferenze.E' vero che l'eutanasia, se liberalizzata, potrebbe esserne abusata, ma questa paura non dovrebbe fermare per nessun motivo la logica evoluzione di una Nazione civile. Si prendano le misure del caso per la tutela del paziente, ma non impediamo, a chi lo desidera, di decidere sul suo futuro.

Commenti

  • modificato 15:29
    nel nostro Paese è tabù parlare di eutanasia. C'è il Vaticano, è molto presente, che condiziona anche le scelte di civiltà. Si può esser daccordo o meno, ma la libertà di scegliere se contuare a vivere o morire, per un malato terminale o una persona che non dispone più della capacità di fare, credo sia una vera scelta di civiltà.Avete letto l'Accabbadora di Patrizia Murgia? narra di una donna, una figura i cui contorni si confondono nel leggendario, che in Sardegna sino alla prima metà del secolo scorso aiutava i moriboni nel trapasso.C'è letteratura anche su figure simili anche in Puglia... ma poi è arrivata l'informazione veloce e i radicali cattolici oltranzisti .... e siamo qua a parlarne
    .... dall'etruschia centrale viterbese.....
    è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)


  • modificato 15:29
    In un certo senso, l'eutanasia esiste già da molto tempo. I malati terminali vengono spessi "sedati" in attesa della morte e negli istitututi, dove si praticano le terapie contro il dolore ad oltranza. Insomma, quegli ospedali dove si entra per non uscirne, mai più da vivi. Si dice che lo si faccia per non far soffrire gli ammalati e per non fargli sentire dolore...Onestamente non riesco a capire, quele sia la linea sottile di confine, tra eutanasia ed omicidio assistito ed indolore, per questi malati. Certamente... e lo dico da credente in un Dio unico ed universale e non necessariamente identificabile in qualche figura conosciuta, che ognuno dovrebbe avere la libertà di poter morire quando le condizioni di vita sono inaccettabili ed oltremodo dolorse... ma solo in questo caso.
  • Io personalmente avrei molto da dire sulla scelta di dj Fabo , ma mi soffermo a dire solo che se vogliamo darci l' appellativo di paese civile dovremmo lasciare la liberta' a qualsiasi persona che si trovi nelle stesse condizioni di Fabiano di poter decidere sul proprio futuro, ma ahime' siamo in uno stato influenzato dal vaticano e dal perbenismo smoderato , quindi difficile che tutto cio' possa avverarsi.
  • modificato 15:29
    tutti i giorni ci son persone che scelgono di andare a finire di soffrire in quello stesso posto dove è stato djfabo.Oggi al tg hanno riferito di un signore di 65 anni, veneziano, terminale di tumore. Ma ha avuto risalto solo perchè siamo sull'onda lunga della notizia principale, ossia djfabo.Come diceva Noè in Italia l'eutanasia esiste per prassi. ovviamente non con tutti i medici e non dappertutto ma c'è ed è un dato di fatto. Almeno sinchè qualche benpensante non andrà a denunciare il fatto alla magistratura.... eppoi ci saranno altri titoli sui giornali, altri passaggi al tg di mezza sera ecc ecc un po' come l'influenza, il cambio di orario, i raffreddori da allergia primaverili...
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  • modificato 15:29
    Sono pienamente d'accordo con tutti voi.
    dal capoluogo della Tuscia
  • modificato 15:29
    Un paese è civile se ammette l'eutanasia?Se si, quali sono i paesi civili (ovvero quelli in cui l'eutanasia è ammessa per legge) e quali gli incivili?Grazie per una tua risposta, ciao!
  • modificato 15:29
    Caro chorus , non e' solo l' eutanasia il fattore di una societa' civile, e' solo uno dei tanti che manca al nostro beneamato paese. Ma visto che si parlava di cio' era uno spunto per prexisare un fattore di civilta'.
  • modificato 15:29
    Non è l'eutanasia in se stessa che determina la civiltà o meno di un certo Paese. Una Nazione è civile quando lascia libertà di scelta, su determinati argomenti, ai propri cittadini. Il decidere di morire quando si è nelle condizioni in cui si trovava Fabiano è una questione esclusivamente di competenza dell'interessato.
  • modificato 15:29
    ... o almeno così dovrebbe essere...il dolore è qualcosa di estremamente privato. Difficilmente il mondo dei non addetti ai lavori viene a conoscenza di quel che si vive quando uno dei propri cari sta male a quei livelli. Difficilmente viene voglia di parlare di quel che si prova quando si vede un figlio in preda ai dolori derivanti dalle terapie antitumorali.Solo chi le vive o le ha vissute potrebbe darvene conto... ma come già detto troppo spesso non se ne ha voglia.Stiamo parlando di civiltà. Ma forse sarebbe più corretto e giusto parlare di valori.
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  • modificato 15:29
    Se un malato terminale, ma ancora con un po' di autonomia motoria, si suicida perché non regge più il dolore, non ci sono polemiche e tutta l'Italia si schiera per dimostrare la sua solidarietà verso l'infelice. La vita di un malato oramai ridotto ad un vegetale è invece nelle mani di un parlamentare bigotto o anche disonesto che ciò che fa lo fa esclusivamente per interesse personale. E' questo il messaggio che vogliamo trasmettere alle future generazioni? Che in Italia le cose si fanno esclusivamente per interesse personale, anche nella morte?
  • modificato 15:29
    L'eutanasia regolata da una legge è una questione molto, molto delicata.Nazioni che al bar dello sport vengono considerate molto più civili della nostra, alludo a Francia, Germania e Regno Unito, non mi risulta abbiano normato questo importante aspetto.Alla luce del dibattito di questi giorni, portato alla ribalta da un fatto recente, vi chiedo se allora anche le tre nazioni citate sono da considerare incivili al pari della nostra.Ciò detto, chi definisce civile o incivile una persona?
  • modificato 15:29
    Roussillon ha scritto:
    Se un malato terminale, ma ancora con un po' di autonomia motoria, si suicida perché non regge più il dolore, non ci sono polemiche e tutta l'Italia si schiera per dimostrare la sua solidarietà verso l'infelice. La vita di un malato oramai ridotto ad un vegetale è invece nelle mani di un parlamentare bigotto o anche disonesto che ciò che fa lo fa esclusivamente per interesse personale. E' questo il messaggio che vogliamo trasmettere alle future generazioni? Che in Italia le cose si fanno esclusivamente per interesse personale, anche nella morte?
    Mi sembra di ricordare che ai tempi della vicenda di Eluana Englaro non tutta l'Italia fosse unanime nell'accettare ciò che avvenne.Ricordo le bottigliette d'acqua sul sagrato del Duomo qui a Milano.Ciò detto, l'eutanasia è nelle mani di un Parlamentare bigotto, oppure questo Parlamentare, che se mi consenti chiamo Legislatore, è bigotto perchè tiene in debita considerazione le idee di tutti?
  • modificato 15:29
    Appunto perché deve tenere in considerazione le idee di tutti deve lasciare che sia il libero arbitrio dell'individuo a decidere. Il legislatore, in questo caso, deve comportarsi come un'entità astratta, che non proibisce, ma nemmeno favorisce.
  • modificato 15:29
    Sono stressatissimo, depresso, mia moglie mi ha lasciato, i figli non mi vogliono più vedere, voglio farla finita, il legislatore astratto, come lo chiami tu, deve approvare una legge che consenta il mio suicidio, oppure deve adottare provvedimenti e finanziare istituzioni che consentano il mio recupero?Un fratello che sta male in bilico su un burrone lo spingiamo nel baratro, oppure lo aiutiamo?
  • modificato 15:29
    Deve fare ambedue le cose, una cosa non esclude l'altra. La decisione finale però non spetta al legislatore, ma al soggetto che soffre.
  • modificato 15:29
    chorus ha scritto:
    Sono stressatissimo, depresso, mia moglie mi ha lasciato, i figli non mi vogliono più vedere, voglio farla finita, il legislatore astratto, come lo chiami tu, deve approvare una legge che consenta il mio suicidio, oppure deve adottare provvedimenti e finanziare istituzioni che consentano il mio recupero?Un fratello che sta male in bilico su un burrone lo spingiamo nel baratro, oppure lo aiutiamo?
    Chorus, permettimi di dissentire, non era questo l'argomento.Per rispondere a quanto hai argomentato tu stesso:a - Lo stressato post divorzio se la vuol far finita, anzi se ne ha il coraggio, lo faccia senza l'intervento di nessuno. Ne ha le capacità e la facoltà. Lo biasimerà la curia che non gli celebrerà il funerale cattolico ma in tutto questo discutere poco tange.b - Il fratello sul ciglio: manco questo è in discussione. Un fratello, un amico ma anche un perfetto sconosciuto si aiuta a tornare sui propri passi.Il malato terminale (qualsiasi essa sia la patologia), più o meno ancora in possesso della facoltà motoria, è il nostro argomento. Non altro.Se son depresso e voglio farla finita e vado a buttarmi dal campanile son solo fatti miei e non devo certo chiedere il permesso al legislatore. Al limite dovrà chiederlo al parroco per accedere al campanile.Se sto su un letto d'ospedale o a casa impossibilitato a muovermi e voglio andare a trovare il creatore vorrei esser libero di farlo senza che nessuno possa dirmi che è peccato, anche perchè nessuno di loro, manco il miglior cardinale, si metterebbe al mio posto.
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    è il voler giudicare che ci sconfigge... (Col. Kurtz)


  • modificato 15:29
    Direi che bisogna iniziare dal significato che qui vogliamo dare della parola "civile". Civile è l'aggettivo che riguarda ciò che concerne il rapporto di una cittadino con gli altri cittadini ovvero l'essere rispettoso dei diritti e delle esigenze altrui. E non si tratta del luogo in cui si vive, non fa differenza fra la civilissima Danimarca o un villaggio zulù, ma piuttosto il comportamento del singolo individuo nei confronti degli altri suoi simili.Riconoscere ai malati terminali o a quelli affetti da gravissime forme di malattie invalidanti ed inabilitanti la facoltà di scegliere di morire mi sembra una scelta civile anche tenuto conto del fatto che, senza cure mediche che in taluni casi sfiorano l'accanimento terapeutico, quelle persone sarebbero morte (Faccio notare che ho parlato di malattie gravi e non di isterici che non avendo più la colf gratuita pensano al suicidio)Non so se, toccando a me, farei mai questa scelta ma come cittadina ritengo di dover dare agli altri la possibilità di scegliere come morire.O dobbiamo tornare indietro di 40 anni quando si discuteva dell'aborto perchè i contrari dicevano che tutte le donne avrebbero abortito? L'aborto esiste da secoli come esiste l'aiuto a morire (ne ha fatto l'esempio Enzo), scendiamo dal pero per favore!
    Sempre devi avere in mente Itaca ­raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco
    dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio,senza di lei mai ti saresti messo
    sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
    (Kostantin Kavafis, Itaca)

    Repubblica marciana

  • modificato 15:29
    Concordo pienamente, la legge dovrebbe ovviamente stabilire i limiti ed i "requisiti" del "richiedente"....... ma è corretto dare la possibilità ad una persona di decidere se continuare a soffrire o poter dare un taglio alla sua esistenza.Un mio conoscente ha la sorella di circa 35 anni che da 10 o forse più anni è bloccata a letto cosciente ma completamente immobiilizzata sorda e muta.... riesce a comunicare un pochino con gli occhi. Secondo me una ragazza cosi DEVE avere diritto di scelta, poi magari non lo farebbe ma deve averlo
  • modificato 15:29
    Oltretutto il legislatore non può ignorare una situazione esistente di fatto. Chi vuole mettere fine alle sue sofferenze, se non può farlo nel suo Paese, andrà in un'altra Nazione dove l'eutanasia è permessa. Ciò significa che il legislatore ha creato una casta di "privilegiati" perché chi ha i mezzi potrà andare all'estero, chi non li ha è condannato a soffrire in Italia.

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