LE INTERVISTE IMPOSSIBILI...

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MESSALINA

Imperatrice romana. Pronipote di Augusto, terza moglie di Claudio,regnante di Roma, da cui ebbe due figli.
Gli storici antichi le attribuiscono delitti, depravazioni orgiastiche di ogni genere e sorta, fino a sposare il suo amante Caio Silio, approfittando dell’assenza del marito…

“Messalina, si sente a suo agio come testimonial delle traditrici e icona inossidabile della mangiauomini?”
“Mia cara, uso gli uomini perché mi appartengono, per quello che valgono.”

“La definiscono una ninfomane insaziabile.”
“Adoro il sesso perché è parte integrante della lussuria e lo strumento principe del potere.”

“Ma è vera la storia che uccide i suoi vecchi amanti?”
“A che altro potrebbero servire dopo? Una volta consumati tornano bambini lagnosi mai cresciuti.”

“Perché ha sposato il suo amante durante l’assenza di suo marito Claudio?”
“Avrei voluto regalargli anche il trono. Mi sembrava la cosa più trasgressiva che potessi concepire.”

“Nelle chat erotiche il nick Messalina è uno tra i più utilizzati. Nell’immaginario comune, a questo nome, sono associate gesta libidinose e rapporti carnali al limite della decenza. Le domando quanto questa fama è causa del suo rapporto con suo marito.”
“Le ricordo che quando ho sposato mio marito, io avevo appena sedici anni mentre lui era già piuttosto attempato. Il menage coniugale non era del tutto soddisfacente sia appunto per l’enorme divario anagrafico sia per la scarsa prestanza fisica di Claudio. Lui era un uomo deforme e brutto e non pretendeva certo la mia assoluta fedeltà. Io invece ero giovanissima, bella e corteggiata."

“Non mi spiego come è stato possibile sfuggire alle mire maniache ed incestuose di suo zio Caligola.”
“Mio zio non era alieno da esperienze incestuose e da violenze erotiche e politiche, ma a quel tempo ero troppo sformata dalla gravidanza prima di Ottavia e poi di Britannico. Non le nascondo che comunque qualcosa c’è stato!”

“Ci può raccontare il primo tradimento?”
“Per la verità non è stato un vero e proprio tradimento. Ricordo che ero già imperatrice quando mi sono follemente innamorata di un attore, un certo Mnestere che frequentava già il palazzo avendo avuto una relazione sentimentale con Caligola.
Ma lui non ne voleva sapere del mio amore ed allora cercai di ingelosirlo, con scarso successo, facendomi vedere con una miriade di giovani del mio entourage.”

“Si parla di cento e più uomini! E contemporaneamente ha intrapreso una relazione non certo platonica con Poppea Sabina, futura suocera di Nerone.”
“Veramente non li ho contati! Comunque che lei ci creda o no, fu lo stesso Claudio a togliermi dalle ambasce ordinando all’attore di accondiscendere in tutto e per tutto ai miei desideri.”

“Si narra che Mnestere fosse gay o comunque non sufficientemente attratto dalla sua bellezza appena ventenne.”
“In effetti, durante i nostri incontri, cercava di eccitare i propri istinti coinvolgendo negli amplessi un numero sempre maggiore di amanti maschi.”

“Sta parlando delle famose orge romane?”
“Sì esatto. Quelle che scandalizzano i benpensanti, i moralisti dei vostri giorni. Ma al tempo era naturale che i potenti di Roma passassero spesso dalle gioie del palato a quelle dell’eros con una passione e una sacralità quasi religiose.”

“E lei come si sentiva durante questi incontri?”
“Ero giovane e soggiogata dai sensi, ero schiava di quegli amplessi privi d’amore che purtroppo mi lasciavano triste e perennemente insoddisfatta. Mi sentivo alquanto depressa. Mi ricordo una volta, truccata e mascherata per non essere riconosciuta, lasciai la mia casa per raggiungere il quartiere malfamato della Suburra. Mi prostituii con il nome d’arte di Licisca. Non le nascondo che fu di immenso godimento passeggiare per quei vicoli e sentire gli apprezzamenti avidi degli uomini. Ricordo che vinsi una gara con una famosa cortigiana collezionando 25 amanti in un solo giorno!”

“Neppure i soldati più giovani riuscivano ad acquietare la sua passione…”
“Affrontavo le notti di Roma alla ricerca di amanti occasionali pur di trovare delle forti braccia disposte a stringermi, a farmi sentire femmina più che donna, sia che fossero semplici gladiatori o rispettabili senatori...”

“Ormai Mnestere era solo un ricordo?”
“Ero ormai in un vortice di sfrenatezza senza limiti, cambiavo partner, acconciature e vestiti con estrema facilità.”

“Il Senato l’ha condannata con la damnatio memoriae decretata post mortem.”
“Ma non per promiscuità e depravazione sessuale come ho letto da qualche parte! Mi sono lasciata coinvolgere in un’illecita trama di corruzione gestito dagli onnipotenti liberti di Claudio. Riscuotevano tangenti per accelerare le pratiche di acquisizione della cittadinanza dei sudditi della Gallia, che in realtà era stata già concessa ad arbitrio da mio marito Claudio. Io, in questo giro ero soltanto una vittima ricattata dai liberti. Vista la mia agiatezza non avevo certo bisogno di sesterzi!

“Dopo tanti contatti carnali, il suo cuore cominciò a battere per un amore clandestino.”
“Il fortunato era Gaio Silio, bello, anzi bellissimo e, se mi permette, anche parecchio intelligente. Trovai in lui l’approdo dopo tante tempeste. Ma la situazione non era delle migliori: eravamo tutti e due sposati, ed io non con un marito qualsiasi, ma le difficoltà non ci hanno fermato.”

“Tanto da pensare di potervi sbarazzare dello scomodo imperatore!”
“Dapprima abbiamo pensato ad un semplice divorzio, ma era agevole per Silio, impossibile per me.”

“Lei lo amava follemente!”
“Claudio anche quando era a Roma non lo vedevo per interi mesi. Silio mi aveva restituito un po’ di senno rispetto alla vita sbandata. Ed allora per riconoscenza, svaligiavo il palazzo imperiale di arredi, gioielli e schiavi per farne dono al mio amante. Per lui volevo il meglio e decisi di donargli la villa al Pincio con annessi gli splendidi giardini.

“Ma la villa era di proprietà di Valerio Asiatico, che certamente non era d’accordo a soddisfare i suoi capricci, immagino!”
“Con la complicità di Narciso convinsi mio marito ad essere vittima di una congiura capeggiata da Valerio Asiatico. Lui essendo una persona debole si suicidò. La presa di possesso della Villa fu per me un gioco da ragazzi”

“Ma non si accontentò vero?”
“Potevo rinunciare all’unica vera ragione di vita? Desideravo con tutta me stessa sposare Gaio Silio e abitare nella splendida villa del Pincio.”
“Come ha potuto sposare Silio, essendo già sposata con l’imperatore?”
“L'idea del matrimonio mi affascinava, per l'enormità dello scandalo, costituiva in sé l’ebbrezza suprema per chi come me era sazia di ogni esperienza. Avevo convinto Claudio a concedermi il divorzio raccontandogli tra pianti e singhiozzi, di aver fatto un sogno dove mi ero vista vedova. Claudio era molto superstizioso e mi propose lui stesso il divorzio e il successivo matrimonio con Silio. Con l’accordo che una volta morto Silio sarei tornata tra le sue braccia.”

“Ma altri storici, tra i quali Svetonio, raccontano che non c’è stato nessun divorzio e lei si è semplicemente sposata in assenza di suo marito!”
“Se questo fosse vero non avrei potuto sposarmi con tanto sfarzo, ma clandestinamente. Invece non badai a spese. Svetonio mente!”

“Ha mai pensato di uccidere Claudio?”
“No, non ce ne sarebbe stato motivo. Avevo raggiunto il mio obiettivo di vivere con Silio nei giardini del Pincio. Ci eravamo sposati legittimamente alla presenza di testimoni e degli invitati scambiandoci baci e consumando le libertà coniugali durante la notte. Ripeto non avrei avuto alcuna ragione di uccidere Claudio e soprattutto non avevo nessuna ambizione di governo in attesa della maggiore età di mio figlio Britannico.”

“Ma Narciso riportò proprio questo a suo marito.”
“Sì, ma il suo cuore infinito m’avrebbe sicuramente perdonata. Fu Narciso in persona che a capo di un gruppo di pretoriani, avendo il timore di questa riconciliazione, mi ordinò di togliermi la vita.”
Dell’assassina, sgualdrina, immorale, ci rimane l’immagine di Messalina in lacrime tra le braccia della madre che tenta di pugnalarsi al collo e al petto e non ci riesce, priva com’è di animo e di forza fisica. Sarà un pretoriano ad aiutarla a morire.

Commenti

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    Lady Godiva
    Nuda per il suo popolo

    990 – 1067, moglie del conte Leofrico di Coventry (Inghilterra). Secondo la leggenda, la nobildonna anglosassone cavalcò nuda per le vie di Coventry per ottenere la soppressione di una tassa imposta da suo marito ai propri sudditi.
    Chi era suo marito? Il conte Leofrico era il signore di Coventry.

    E’ vero che voleva trasformare Coventry in una città più bella di Londra? Il suo sogno era di farla diventare addirittura capitale…

    Tutto questo richiedeva molto denaro? Già, ma le casse della città erano miseramente vuote e quindi decise di reperire i fondi tartassando i suoi sudditi con ogni sorta di imposta.

    Lei chiese a suo marito di ridurre quelle tasse, è vero? Certo che è vero! Presi le parti della popolazione che stava soffrendo e gli manifestai apertamente la sofferenza e l’infelicità dei nostri sudditi.

    Suo marito accettò? Gli chiesi più volte di toglierle, ma mio marito rifiutò sempre, finché stanco delle mie continue suppliche mi disse che avrebbe preso in considerazione la mia richiesta a condizione che io cavalcassi nuda per le vie della città.

    Lei come reagì? Mio marito aveva avanzato quella proposta indecente perché era sicuro che l’avrei rifiutata sdegnata. Ma amavo troppo il mio popolo ed accettai la sfida attraversando le strade di Coventry coperta solo dai miei lunghissimi capelli.

    Il popolo assistette alla sua esibizione? No. Mio marito aveva proibito ai cittadini di uscire di casa e di non guardare dalle finestre.
    Solo un sarto disobbedì… Sì’ il povero Tom! Fece un foro in una persiana per potermi ammirare, ma rimase immediatamente cieco.

    Suo marito mantenne la parola? Beh, il popolo era a conoscenza delle mie suppliche e suo malgrado dovette abolire le tasse più onerose.

    Alcuni storici avanzano dei dubbi circa la sua “nudità”… Le interpretazioni nei secoli sono state tantissime ed io non posso che smentirle! Pensi qualcuno ha perfino avanzato l’ipotesi che la mia "nudità" poteva riferirsi al fatto che cavalcai per le strade senza i miei gioielli… e quindi nuda di quei simboli di appartenenza alla nobiltà...

    Dopo la morte di suo marito lei continuò a vivere in questa contea… Ero proprietaria di molte terre, i sudditi mi volevano così bene che mi dedicarono una statua, che ancora oggi si può ammirare al centro della piazza principale di Coventry.

    E dopo la conquista normanna cosa fece? Nulla, le ripeto ero così amata dal popolo che fui l’unica anglosassone a rimanere un’importante proprietaria terriera anche dopo l’invasione. Non andai mai via da queste terre…

    Lady Godiva morì fra il 1066 e il 1086. Per altri sarebbe invece morta il 10 settembre 1067. Anche il posto in cui Godiva fu sepolta è fonte di dibattito. Secondo alcuni, è forse sepolta nella chiesa della Benedetta Trinità a Evesham. Tuttavia, il romanziere Octavia Randolph affermò che Godiva era stata sepolta vicino al marito, nella chiesa principale di Coventry.
  • modificato 04:51
    sua maesta' il popolo e' in rivolta perche' non ha pane...
    risposta : che mangino brioches
    di chi e'?
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    [quote]indiana:
    sua maesta' il popolo e' in rivolta perche' non ha pane...
    risposta : che mangino brioches
    di chi e'?
    [/quote]
    e' il re sole,giusto?;)
  • modificato 04:51
    maria antonietta la regina di francia decapitata durante la rivoluzione francese(pare che sia una favola)
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    MARIA ANTONIETTA
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    “Madame, lei si è sposata all’età di 15 anni, non le nascondo la mia sorpresa.”
    “Mia cara io ero la prima figlia di un certo Francesco I imperatore del Sacro Romano Impero e sono cresciuta sapendo che il mio destino era quello di diventare regina di Francia.”

    “Ha avuto la sua prima figlia a 23 anni, dopo sette anni di matrimonio. Tardi per quell’epoca!”
    “In effetti il popolo era sempre più impaziente, aspettava con ansia l’erede.
    Lo ricordo ancora era il 19 dicembre 1778, il parto fu davvero travagliato.” (Ride) Rischiai la morte, ma alla fine nacque la meravigliosa Marie Thérése Charlotte duchessa d'Angouleme. Forse lei la conoscerà come Madame Royale."

    Tace abilmente la vera causa di quel ritardo, dovuto in realtà ad una malformazione nelle parti intime del marito Luigi XVI risolta solo successivamente grazie all’intervento dell’arciduca Giuseppe d’Austria, fratello di Maria Antonietta, che convinse il re dell’assoluto bisogno di sottoporsi ad un’operazione di circoncisione.


    “In seguito ha avuto altri tre figli.”
    “Sì, li ricordo spesso, ma preferisco non parlarne.”

    Ecco lo sapevo, la mia prima gaffe! Il dolore, nonostante gli anni passati, è ancora forte, i suoi occhi si velano. In effetti sia Louis-Joseph, che Marie Sophie Elene Beatrix sono morti prematuramente e Louis-Charles a soli nove anni, nella prigione del Tempio

    “I libri di storia ci raccontano una donna per così dire….. frivola.”
    “La storia è scritta dai vincitori e come al solito racconta tante falsità.
    Nel periodo di Versailles, specialmente prima delle quattro maternità, la mia casa era aperta a qualsiasi iniziativa culturale, recite teatrali, concerti, e non solo, come si vuole far credere, a balli mascherati, abiti costosissimi ed acconciature stravaganti, gioielli e giochi d'azzardo. Naturalmente gli stessi storici tacciono il periodo della mia prigionia a Tuilieries e quella più dura al Tempio durato ben quattro anni e affrontato con orgoglio e dignità. Come del resto trascurano i miei atti di generosità e le donazioni che elargivo alla popolazione bisognosa.”

    S’accorge d’essere andata oltre e smette di parlare tirando il fiato. I suoi seni sono ancora belli, la sua faccia non sembra quella di una donna che ha raggiunto la menopausa a 38 anni.


    “Madame, amava suo marito?”
    Ci pensa un attimo e risponde guardandomi fissa negli occhi.
    “Io stimavo molto mio marito!”

    “Foste accusati di tradimento.”
    “Come può un re essere accusato di tradire la patria se egli stesso è la patria? Tutto iniziò nel 1789, la rivoluzione marciava su Versailles, come avremmo potuto fermare la storia? ”

    “Ancora oggi c’è ci l’accusa per la banale storiella delle brioches?”
    “Tutto vero! Quella frase è stata riportata fedelmente, ma il senso è stato completamente stravolto. Oggi viene detta per dimostrare quanto disprezzo nutrissi verso il mio popolo, se l’avessi saputo mi sarei morsa la lingua, ma ero troppo giovane ed ingenua tanto da credere che in mancanza di pane potessero mangiare altro! Come del resto faceva ogni mattina la mia governante che mi serviva brioches a colazione.”

    “Se pronuncio due nomi lei non s’arrabbia vero? Che mi dice della principessa di Lamballe e della duchessa di Polignac?”
    Mi guarda sa dove voglio arrivare.
    “Oddio ancora quella storia!
    Ride
    “Mia cara, ne hanno dette tante su di me, figuriamoci se non provassero ad infangare il mio nome e la mia famiglia anche con presunte relazioni omosessuali! Ma le pare? Mai avrei potuto accettare carezze femminili. Le due nobildonne che lei ha citato erano soltanto amiche. Io amavo la vita e soprattutto gli uomini.”
    Ride di nuovo scuotendo la testa
    “Appunto gli uomini! A questo punto dell’intervista dovremmo parlare del suo presunto adulterio, ma se …..”
    “Continui la prego, la cosa mi sta divertendo.”

    Ora davvero mi sento in imbarazzo. Prima di fare questa intervista mi sono documentata a fondo e devo ammettere che più di un testo conferma che la bella Maria Antonietta abbia avuto molti amanti fuori della sua unione ufficiale. Comunemente veniva chiamata la **** Austriaca per le numerose relazioni. Da Arthur Dillon, il duca di Lauzun, al barone de Besenval, il principe de Ligne e il conte de Vaudreuil, ed ultima non ultima quella con il cognato, conte d'Artois, futuro Carlo X. Si narra inoltre che ha passato la notte prima dell’incoronazione nel 1775 sul Porte Neuve a Reims, vestita come Baccante e facendo l’amore per tre ore con un sedicente 'Ercole'. In alcune pubblicazioni che ho letto, Antonietta è stata addirittura descritta come un mostro sessuale.

    “Non abbia imbarazzo, oramai non sono più una Regina, vuole che le parli del Conte Axel Fersen forse?”

    “Ecco appunto, il bel conte svedese le ha rubato il cuore …”
    “Ho amato il conte Fersen senza mai oltrepassare i confini della spiritualità.”
    “E la storia dell’anello con inciso "Tutto a te mi guida"?”
    “Ripeto, ho amato il conte! Le nostre lettere sono state rese pubbliche, come potrei mentire?

    “Madame, ma a Corte tutti sapevano…”
    “Ricordo ancora quando lo vidi per la prima volta: biondo, bellissimo con indosso l’uniforme di dragone di Svezia. Non le nascondo che le fragilità del mio matrimonio m’hanno fatta più volte tentennare. (Smette di parlare cercando il tono più giusto). Ha ragione forse non ho fatto nulla per mettere a tacere pettegolezzi e malignità come quella sera che ho cantato per lui alcune strofe dall’opera di Didone: Deh! Quanto allor ben ispirata fui, quando in mia Corte fui ricevuto!”

    “Ma nel suo diario nel famoso "resté là" il conte parla di una intera notte trascorsa alle Tuilieries …”
    “E secondo lei è sufficiente passare una notte sotto lo stesso tetto per dire che l'abbiamo passata anche nello stesso letto? Potrei cavarmela dicendo che non ci sono prove, ma sinceramente quello che per me contava era la nostra reciproca devozione. Avrà sicuramente letto che il "beau Fersen" non era, per così dire, uno stinco di santo, ma l’affetto che nutriva nei miei confronti era totale. Lui stesso ha scritto, in una lettera a sua sorella che conservo gelosamente, che, non potendo appartenere all'unica donna che veramente amava, preferiva non averne nessuna in modo duraturo.”

    “Mi sta dicendo che il conte Fersen aveva anche altri rapporti amorosi?”
    “Sto dicendo che sono fiera di essere stata amata da un uomo che mi è rimasto accanto fino all’ultimo, rischiando anche la vita quando tentai la fuga allontanandomi dal palazzo delle Tuileries.”

    “Suo marito sapeva? Si narra che fosse al corrente della vostra storia e soprattutto che lei non lo amasse.”
    “Mio marito era un grande uomo, mi ha amato perdutamente e per accontentarmi ha riservato al conte un appartamento e la nomina a capo dei dragoni della regina. Tra loro si era stabilito un ottimo rapporto di fiducia. il Re stimava molto il conte e aveva molta fiducia in lui e nelle sue capacità militari.”


    “Se dovesse essere incoronata di nuovo Regina di Francia, cosa non rifarebbe.”
    “Mia cara ero troppo giovane al tempo, ora rifiuterei la corona. Prenda ad esempio il famigerato "caso della collana". Mi furono imputate colpe di cui ne ero totalmente innocente. Avevo allontanato il Cardinale de Rohan dalla corte di Francia esattamente come aveva fatto mia madre a Vienna e non conoscevo Jeanne Valois de la Motte, l'ideatrice della truffa. Eppure quando scoppiò il caso, la persona che fu additata di inganno fui proprio io, mentre sia Jeanne che il Cardinale per il popolo erano innocenti.”

    “Madame, siamo arrivate alla fine dell’intervista, ma vorrei farle un’ultima domanda.”
    “Finora ho risposto a tutte le sue domande, non vedo perché non dovrei farlo ancora.”

    “Lei è stata accusata di frivolezza, adulterio, incesto, lesbismo, d’aver sperperato il bene pubblico e quant’altro, ma tra tutte queste accuse quale potrebbe essere la più vera?”
    Ci pensa un attimo
    “Le rispondo se mi promette di non ricominciare daccapo l’intervista.”
    “Lo prometto.”
    “L’adulterio”



    Maria Antonietta - Regina di Francia 1755 - 1793. Nacque il 2 Novembre 1755 a Vienna, in Austria. Era la figlia più giovane e la favorita di Francesco I e Maria Teresa, Imperatore e Imperatrice del sacro Romano Impero. Sposò il principe ereditario di Francia nel 1770. Quattro anni dopo divenne regina quando il marito fu incoronato re Luigi XVI. Venne ghigliottinata il 16 ottobre 1793 e il suo corpo fu gettato nella fossa comune del cimitero della Madeleine.
  • modificato 04:51
    ELENA DI ****
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    Elena... che significato ha il vostro nome? In greco significa "la Splendente". Come spesso accade, nel mio nome era già racchiuso il mio Destino.

    Che cos'è la bellezza? La bellezza è perfezione. La bellezza è potere. Gli uomini ne sono schiavi. E' sorprendente quali forze possa generare.
    La bellezza può far scatenare addirittura una guerra...
    E così è stato. Menelao, mio marito, non poteva perdonare il torto subito. Quando Paride mi rapì, sottraendogli quella bellezza che gli apparteneva e che egli amava, lottò per riavermi al suo fianco.

    Amavate vostro marito?
    Moltissimo. In molti chiesero la mia mano, ma io scelsi lui.

    Eravate felici? La nostra vita trascorreva serena e piena di gioia, fino a quando lui dovette partire e mi lasciò sola.
    Cosa successe poi è cosa nota... Il principe Paride, figlio del re di ****, mi portò via dalla mia città e dalla mia vita.
    Una parte di me avrebbe voluto restare. Ma vinse la parte che volle seguirlo.

    Lo odiaste per questo? All'inizio sì, ma poi i miei sentimenti mutarono.

    Dunque vi innamoraste di lui? Sì, me ne innamorai perdutamente... Amavo la sua forza e la sua bellezza. Mi diede una vita totalmente nuova e mi colmò d'amore.

    In cuor vostro amavate ancora vostro marito? Non smisi mai di amarlo.

    Avete mai pensato che un giorno l'avreste rivisto? Ne avevo la certezza. Sapevo che non si sarebbe mai arreso. L'affronto fu troppo grande... Egli aveva sete di vendetta e mi rivoleva con sè, a qualunque costo.

    Vi sentite in qualche modo responsabile delle sciagure che la vostra bellezza ha alimentato se non addirittura causato? Non mi sento in alcun modo responsabile, perchè io non sono che la vittima di gesta altrui. Quanto è accaduto è imputabile soltanto al volere degli dei... La vanità di una dea capricciosa ha segnato per sempre il mio Destino.

    I ****ni non sanno la verità e vi odiano in quanto vi ritengono l'unica responsabile di una guerra lunghissima e sanguinosa... Il loro odio ha straziato a lungo il mio cuore. Ma io sono stata soltanto l'oggetto del desiderio, un desiderio che è divenuto accecante e distruttivo, che ha portato dolore, morte e disperazione.

    Vi siete sentita amata? A volte un'infinita tristezza si impossessava di me, perchè sono stata troppo amata senza che mai mi fosse concesso di essere felice.

    Avete mai maledetto la vostra avvenenza? Sì, l'ho fatto. Tuttavia non l'ho mai rinnegata, perchè essa mi ha resa immortale.

    Quando Paride fu ucciso vi riconciliaste con vostro marito. Quali sentimenti si agitavano dentro di Voi? Ero confusa, quasi stordita. I miei sentimenti erano contraddittori...Ero distrutta dal dolore per la morte di Paride ed allo stesso tempo ero commossa e felice di riabbracciare mio marito, che non avevo mai smesso di amare.

    Menelao, vostro marito, come vi accolse? Fu felice di riavermi, ma non era più lo stesso uomo che avevo sposato.

    Cosa intendete dire? Era diventato più duro, segnato dagli eventi della vita. Dalla guerra, soprattutto. Ma non solo...

    Sospira la bellissima Elena ed abbassa lo sguardo. Sposta una ciocca di quei capelli biondi e ricci dal viso ma ancora non si decide a parlare. Ha gli occhi un pò lucidi di è commosso ma non vuole piangere. Poi, finalmente, prosegue...

    Io credo che sapesse che amavo Paride.
    Era una cosa che intuiva. Un muro invisibile tra di noi. E questo muro rimase per sempre, anche una volta che Paride fu ucciso.
    Non voglio dire che non mi amasse più, ma sono certa che non mi abbia perdonata per avere amato un altro uomo oltre a lui.

    La vostra vita è stata attraversata in grande misura sia dalla Bellezza che dal Dolore. Quale è stata la vostra ultima preghiera? Ho invocato mio padre Zeus affinchè mi rendesse immortale.

    La bellezza è promessa di felicità oppure in essa è insito il dolore? La bellezza non è che un'illusione. Una potentissima illusione.
    E nulla è connaturato alla bellezza quanto il dolore.
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    FRANCESCA DA RIMINI
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    Francesca… come è nato l’amore per Paolo? E’ nato quando i nostri occhi si sono incontrati per la prima volta… All’istante ho compreso che io appartenevo a lui soltanto…

    Ed hai avuto paura dei tuoi sentimenti? Mi sono sentita perduta.

    Inizialmente hai cercato di resistere? Ho racchiuso il mio amore per Paolo nelle stanze più remote del mio cuore… L’ho soffocato, ignorato, rinnegato… Ma alla fine sono stata vinta dalla passione…

    Sospira mentre gli occhi si fanno lucidi, poi riprende a narrare con voce un po’ tremante mentre io, per nulla indifferente al suo dolore, la incoraggio…

    Ti prego continua… Un giorno stavamo leggendo per passatempo dell'amore di Lancillotto. Eravamo soli e non sospettavamo niente. Più volte quella lettura ci spinse a guardarci e ci fece sbiancare... Ma fu in un punto preciso che vinse la nostra volontà: quando leggemmo del bacio tra Lancillotto e Ginevra, Paolo, che da me non verrà mai diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non andammo più avanti nella lettura…

    E’ triste Francesca ricordando i momenti felici con il suo amante, ma è una tristezza dolce, velata di nostalgia.

    Hai sposato tuo marito per procura, senza conoscerlo, o meglio senza averlo mai veduto… E’ stato mio padre, Guido da Polenta, signore di Ravenna, ad ordinare le mie nozze con Gianciotto.

    Dunque non hai avuto scelta… Nessuna scelta. E so di essere stata ingannata dal mio stesso sangue…

    Vuoi raccontarmi cosa accadde veramente? Paolo chiese la mia mano ma in nome di suo fratello. Mi fu invece fatto credere che sarebbe stato lui il mio futuro sposo.

    Tu quindi sostieni che l’equivoco non fu chiarito di proposito? Sì, ed ho la certezza di ciò che sostengo. L’equivoco fu alimentato di proposito facendo così in modo che io non venissi a conoscenza delle sembianze deformi del mio vero promesso sposo.

    E quando hai compreso di essere stata ingannata come hai reagito? Con rassegnazione, ormai era troppo tardi.

    Hai perdonato il folle gesto di tuo marito, la sua furia omicida? Non posso perdonare la brutalità con la quale io ed il mio amante siamo stati uccisi.

    Sei pentita del tuo tradimento? Se è vero che Amor c’ha nullo ha amato amar perdona, ovvero l’Amore non permette che chi ama perdutamente non sia a sua volta riamato con la stessa intensità, nulla io e Paolo abbiamo potuto contro il nostro destino, non è possibile in alcun modo arginare la vera passione…

    Pronuncia queste frasi con enfasi la bella Francesca da Rimini, quindi senza esitare aggiunge:

    Nessuno potrà mai separami dal mio amato, non vi è riuscita neanche la morte…

    Dante ha immortalato questo episodio nel canto V dell’Inferno, fondandosi probabilmente su una tradizione orale.

    Dal Romanticismo in poi la vicenda di Paolo e Francesca fu trattata da vari poeti drammatici come storia esemplare di amore passionale.

    Moltissimi letterati, pittori, scultori e musicisti si sono ispirati alla loro storia d’amore e di morte: da Pellico a D’Annunzio, da Zandonai a Scheffer.

    Di lei Francesco De Sanctis scrisse che fu “la prima donna viva e vera apparsa sull’orizzonte poetico dei tempi moderni”

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