Bombole ricaricabili alla pompa
A me 'sti aggeggi non hanno mai convinto.
Questo è il camper di una mia amica inglese dopo un rifornimento alla pompa.
Lei se l'è cavata con un braccio che ormai ha più pelle di pesce che umana, una mano che sembra quella di Muzio Scevola e solo dieci giorni di ospedale.
Raffaele
Commenti
io ho avuto un'auto GPL per 10 anni, ma in Italia, in nessun posto, puoi rifornirti da solo, lo fa l'addetto alla pompa.
detto questo, visto che li è andato a fuoco, significa che qualcosa ha fatto innescare la scintilla, il GPL in se non prende fuoco con lo spirito santo....
Le mie foto di viaggio - I Miei Video di Viaggio - I Miei video di chitarra - Profilo Instagram Camperino Valentino
io trovo comunque più sensato che ci sia un addetto a fare questo tipo di rifornimento, non che sia complicato, ma anche solo fissare male la pistola potrebbe fare danni, ed in oltre l'addetto solitamente sta anche attento a non far usare cellulare alla gente o peggio ancora sigarette.... in 10 anni di rifornimenti GPL più volte, in vari distributori, mi è capitato che l'addetto cazziasse pesantemente chi stava li ad aspettare e intanto era al telefono a un metro dalla pompa....
Le mie foto di viaggio - I Miei Video di Viaggio - I Miei video di chitarra - Profilo Instagram Camperino Valentino
Ho detto inglese ma l'incidente e' avvenuto in Germania.
Le bombole inglesi che vanno per la maggiore sono Gasit e Gaslow e le chiamano proprio self.
Non sono sicuro ma forse l'Italia e' l'unico paese a prevedere che il rifornimento venga fatto solo da un addetto.
Forse, per una volta, il legislatore ha dimostrato di conoscere il suoi polli.
Ok i cellulari e le sigarette ma basta una marmitta catalitica ben calda.
O un Webasto acceso.
Detto questo, mamma mia che spavento che gli deve essere preso, però dalla descrizione non capisco se ha avuto danni permanenti (non so chi sia Muzio Scevola 😂😂😂)
Inglese.
Guarda dove sono veranda e porta.
Permanenti non so.
Ma le foto che condivide con gli amici fanno ricordare il napalm e la bimba di Trang Bang.
Non avviene ancora, perchè sia i punti vendita sia le case automobilistiche sia gli installatori after market difettano ancora in materia di adeguamento impianti.
Noi siamo pronti da mo, abbiamo investito subito o meglio i punti vendita che distribuiscono il nostro Gpl/Gnl (e solo nostro) sono già tutti a norma (uno è ad Agrate poco lontano dal casello autostradale)
Ma la normativa già recepita, richiede anche altro ad altri attori.
Qua sotto un articolo che spiega bene lo stato in cui è l'Italia.
GPL SELF-SERVICE: UNA STORIA LUNGA 13 ANNI
Iniziò tutto nell’ormai lontano 2007. Anno in cui un decreto del ministero dell’Interno stabilì le nuove prescrizioni per il self-service Gpl negli impianti presidiati dal personale addetto. Sette anni dopo, nel 2014, un altro decreto ha fissato le regole per il vero fai da te, senza personale addetto. Le indicazioni contenute in questo decreto sono state infine recepite, nel 2016, dalla norma UNI 11647, che stabilisce le norme di sicurezza e i dettagli tecnici per il self-service Gpl.
Anni sono trascorsi, ma fare rifornimento di Gpl in modalità self-service è ancora impossibile in Italia. Dopo lo sblocco della situazione con il fai da te a metano, potrebbero arrivare delle novità concrete in qualche stazione pilota del nord Italia, ma dati i trascorsi, lo scetticismo resta comprensibile.
LE STAZIONI DI SERVIZIO NON MANCANO
Quel che è certo è che non si tratta di un problema di rete. In Italia i distributori Gpl ci sono e sono parecchi: 4.000 (contro i 20.000 a benzina e gasolio) sparsi più o meno equilibratamente sull’intero territorio nazionale, il 47,8% al nord, il 23,8% al centro, il 28,4% al sud. A mancare è la tecnologia del self-service, assente presso quasi tutte le stazioni operative.
I CAMBIAMENTI RICHIESTI AI DISTRIBUTORI
Il ritardo potrebbe essere dovuto ai numerosi adeguamenti richiesti ai distributori dal decreto in questione. Per poter aggiungere ai propri servizi il self-service Gpl è necessario che le colonnine siano dotate di sistemi di videosorveglianza specifici. Bisogna poi munirsi di un pulsante d’emergenza, posto a adeguata distanza in una posizione tale da consentire la sorveglianza della colonnina e in grado di interrompere immediatamente l’erogazione in caso di problemi. Infine, deve essere garantita assistenza telefonica 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
IL TESSERINO DEGLI UTENTI
C’è poi la complessa questione utenti. Così come per il metano, anche il rifornimento Gpl richiede la creazione di una piattaforma online sulla quale gli automobilisti dovrebbero seguire un corso per imparare le corrette procedure di rifornimento e le misure da adottare in caso di pericolo. Non è chiaro, tuttavia, come farebbero le colonnine a riconoscere gli utenti certificati.
Ancora, i proprietari della auto a Gpl dovrebbero essere muniti di un tesserino identificativo e di una scheda completa di dati anagrafici e targa del veicolo. Infine, agli utenti spetta il possesso di un dispositivo a radiofrequenza fornito dalla stazione di servizio, così da garantire l’erogazione ai soli utenti autorizzati e la tracciabilità di ogni operazione. Insomma, seppur la legge c’è e con essa le linee guide per l’avvio dell’operatività, la strada per il self-service Gpl nel nostro Paese sembra ancora lunga.