religione Rastafarian

modificato 13:21 in Viaggi
La Religione Rastafarian

Il Rastafarianesimo e' un movimento politico-religioso sorto in Giamaica all'inizio del XX secolo. Esso si fonda sulle dottrine divulgate dal poeta e predicatore Marcus Gaveyche, negli anni '20, basandosi sullo studio dellaBibbia, profetizzò per l'Africa l'avvenuta di un grande leader nero capace di ricondurre nella terra dei propri avi tutti i discendenti degli schiavi africani sparsi per il mondo. I Rastafariani sostengono la necessita' di un ritorno degli afroamericani nelle terre di origine, di una liberazione definitiva da ogni forma di oppressione di cui gli europei, anche dopo la fine dello schiavism o e del colonialismo, continuavano a rendersi protagonisti imponendo la loro superiorità attraverso un sistema sociale ed economico iniquo. Il Messia di Jah (Nome che danno i Rasta a Dio, ma esso è lo stesso contemplato dalle religioni Ebraica e Cristiana) venne in seguito identificato dai seguaci di Garvey nell'imperatore d'Etiopia Halie Selassie I, discendente dalla tribu' di Giuda, il cui nome, prima dell' incoronazione, avvenuta nel 1928, era Ras Tafari Makonnen (da cui prese il nome il movimento). I concetti fondamentali del credo Rastafari sono l'odio verso: Babilonia, l'inferno in terra (la società corrotta e decadente della leadership mondiale bianca e capitalista), il mondo occidentale bianco, la società oppressiva, la cultura imposta dal regime. I seguaci di Jah rifiutano di curarsi e cibarsi con prodotti che non derivano direttamente dalla terra. Questo movimento non e' mai diventato un organizzazione di tipo gerarchico, poiché si basa su i principi della non-violenza e dell'uguaglianza. I Rasta sono convinti che la Marijuana (Cannabis Sativa) sia in grado di accrescere la propria autocoscienza per entrare in contatto con la verità di Jah e del mondo, infatti viene considerata il seme della saggezza. Il suo uso più tradizionale è riempire di ganja un' enorme pipa chiamata "calice", o arrotolarla in sigarette chiamate "spliffs".A difendere l'utilizzo dell'erba, inoltre, ci ha pensato la Sacra Bibbia, la quale sostiene che essa è un dono di Dio Padre (potete controllare a tale proposito Genesi 3:18; Esodo 10:12; Proverbi 15:17). Tipico dell'aspetto fisico dei Rasta sono i dreadlocks, lunghe ciocche di capelli annodati, la capigliatura e modellata sulla criniera del leone, simbolo della Tribù di Giuda. Essi portano i capelli così lunghi perchè secondo le loro leggi non possono tagliarli. Questo dovuto al fatto che la Bibbia riporta un passo che dice testualmente: "Nessuna lama toccherà il capo dei fedeli". I rasta si considerano la 13° tribù d'Israele e come le altre dodici seguono le dieci leggi di mosè e la Sacra Bibbia in maniera scrupolosa. Essere Rasta significa essere totalmente Libero, tuttavia esistono regole morali e scritte che, in aggiunta alle dieci precedenti, aiutano a mantenere sano il corpo e la mente:

1) I Rasta rifiutano ogni tipo di deturpazione del corpo, come : radersi, tatuarsi, tagliarsi i capelli.

2) E’ sconsigliato mangiare carne, mentre il maiale e i molluschi sono fortemente proibiti.

3) JAH RASTAFARI è l’unico Dio supremo.

4) E’ incoraggiato l’amore per l’umanità.

5) Si rifiutano i vizi sordidi, come: gelosia, odio, cattiveria, invidia e ingiuria.

6) Si rifiuta la mondanità e l’edonismo.

7) Un unico desiderio è di riunire tutto il mondo sotto le regole di Selassie, con seguaci che costituiscono un unica fratellanza.

8) Ogni Rasta che ha bisogno di aiuto ha la priorità. Dopo ogni essere vivente , animale o pianta può essere aiutato.

9) Devono essere rispettate le antiche leggi di Israele.

10) Non si deve rispettare una persona solo per l’aspetto o per la sua presenza fisica, per il suo titolo o qualunque altra considerazione. Un Rasta è motivato in tutte le cose per il suo amore per la verità.

I colori della bandiera Rasta (Etiope) rappresentano: il Rosso, il sangue che è stato sparso; il Verde, la terra; il Giallo Oro, la ricchezza e l'oro dell'Africa; il Nero, il colore della pelle. Lo stemma raffigurante il leone, come gia detto, è il simbolo della Tribù di Giuda. Esitono due tipi di rasta: quelli indicati dal termine Natty, rasta integrati nel sistema, e Knotty, rasta della montagna. I Rasta sono inoltre convinti che la parola di Jah si diffonda anche attaraverso la musica e più precisamente tramite il Reggae, dalle qui sonorità, traspare tutta la grandezza del Signore. Esser Rasta non è una religione a parte ma un modo di vivere libero che ci avvicina a Dio Padre e ci rende degli elementi positivi per la società nella quale viviamo.

" I nostri padri antenati, gli Indù,avevano la pelle scura. Di conseguenza, dal grembo della natura non è mai nato originariamente un uomo bianco, e quindi non esiste una razza bianca, benchè se ne parli tanto: ogni uomo bianco è solamente un uomo scolorito "

Giunti al termine del nostro viaggio all'interno della religione Rasta spero di aver chiarito il più possibile i dubbi che avvolgevano questo affascinante mondo.

Commenti

  • modificato 13:21
    Vi invitiamo a copiare e incollare liberamente sul web questo articolo, che descrive in maniera sintetica ed enciclopedica la nostra fede.

    Il Rastafarianesimo è una fede religiosa che trae la propria denominazione da "Ras Tafari", nobile etiope eletto Imperatore della propria nazione nel 1930 con il nome di Haile Selassie I e con i titoli, specificamente cristologici, di Re dei Re, Eletto di Dio, Luce del Mondo, Leone Conquistatore della tribù di Giuda. In seguito alla Sua Incoronazione, alcuni cristiani riconobbero in Lui il Cristo Gesù nella Sua Seconda Venuta in Maestà, Gloria e Potenza, come profeticamente annunciato dalle Sacre Scritture.

    Sebbene questo sentimento religioso sia sorto spontaneamente anche presso gli Etiopi e lì sia tuttora presente, esso si è sviluppato primariamente, entro il profilo storico e culturale, grazie a personalità straniere e presso popolazioni non-etiopiche, ed in seguito all'Incoronazione di Haile Selassie I, avvenuta nel 1930. Fondamentale per la sua affermazione fu il movimento Etiopianista, una corrente di ispirazione cristiana sorta presso comunità africane in patria e nelle Americhe, che rivendicava il recupero della dignità culturale e nazionale degli africani, vittime della deportazione e schiavitù Occidentale, mediante il riferimento spirituale e politico all'Etiopia. Nei primi del '900, gli etiopianisti, guidati da Marcus Garvey, il cui ministero è spesso assimilato dai rastafariani a quello di Giovanni Battista precursore di Cristo, cominciarono a proiettare una viva attesa politico-messianica sull'Etiopia, sulla scia di un fermento sociale già presente in quella nazione, e nel 1930, dopo aver assistito alla Sua Incoronazione, alcuni discepoli di Garvey, capeggiati dal carismatico Leonard Howell, videro in Haile Selassie I il Messia atteso, che non era però, nella loro interpretazione, un generico liberatore politico, ma Gesù stesso nella Sua Regalità. Questa ispirazione diede vita ad un nuovo ed autonomo movimento religioso detto in seguito RasTafarianesimo, per indicare la totale identificazione dei fedeli con Haile Selassie I (rimarcata dalla loro abitudine di definirsi "RasTa"), la cui rivelazione diventò il punto di riferimento essenziale. Dopo l'intensa predicazione dei primi seguaci in Africa e in America, ed una prima rapida espansione, nella metà del 900, nelle Indie occidentali, negli Stati Uniti e in Inghilterra, il Rastafarianesimo si è di seguito radicato ovunque sul globo, soprattutto grazie al potere mediatico della sua vivace cultura musicale, legata in particolare al reggae, che ne veicola il messaggio teologico.

    Fondata sull'esempio e la predicazione di Haile Selassie I, che fu storicamente ed attivamente cristiano, la teologia rastafariana si presenta come un'evoluzione del Cristianesimo, così come questo lo fu dell'Ebraismo. I Rastafariani accettano dunque gli insegnamenti teologici e morali di Gesù, custoditi dall'antichissima Tradizione Etiopica Ortodossa, e credono che Haile Selassie I li attualizzi e compia profeticamente in quanto Cristo Tornato, secondo le esigenze dell'uomo moderno. Perciò, essi credono nella Divinità di Cristo, nella Trinità, nella resurrezione dei corpi, nell'immortalità dell'anima, nella verginità di Maria ed in tutti gli altri dogmi della cristianità Ortodossa; in accordo con essa, credono anche nel millenarismo, ovvero nell'idea che il Cristo debba instaurare un regno terreno prima della fine del mondo e del giudizio universale, secondo i dettami dell'apostolo Giovanni (Rivelazione 20): Haile Selassie I giunge dunque a realizzare questa profezia, e regna sui suoi eletti, i Rastafariani, sino al termine della storia. Il loro Testo Sacro è costituito dal canone biblico etiopico, stabilito da Haile Selassie I, composto dell'Antico e del Nuovo Testamento, e dai testi ufficiali che contengono la testimonianza storica del Re.

    In accordo con la tradizione Etiopica, raccolta nel "Kebra Nagast", i Rastafariani credono che l'Etiopia sia il Nuovo Israele, la Nazione eletta alla custodia della Cristianità nei tempi della frammentazione e della falsificazione, sino all'avvento secondo di Cristo, compiutosi in Haile Selassie I. In questo libro è riportato l'incontro tra Re Salomone e la Regina di Saba, descritto anche dalla Bibbia (1 Re 10; 2 Cronache 9); ella, curiosa di conoscere la straordinaria saggezza del Re, si reca a Gerusalemme, e dalla relazione amorosa sorta tra i due nasce Menelik, capostipite della dinastia regale etiopica. L'Etiopia riceve la missione di preservare la purezza della Cristianità dopo il rifiuto di Israele, e di custodire il carisma del Trono Davidico sino all'avvento regale del Cristo, a cui è destinato sin dall'inizio del mondo. A riprova della sua elezione, l'Etiopia riceve l'Arca dell'Alleanza, simbolo della presenza del Signore, contenente le Tavole della Legge date da Dio a Mosè, oggi conservata in un santuario ad Axum. Haile Selassie I fu l'ultimo regnante ad occupare il seggio di Davide, prima della dissoluzione della monarchia (ad opera di una giunta militare chiamata Derg), e questo incoraggia i Rastafariani a riconoscere in Lui il compimento delle promesse divine.

    Essi osservano la morale cristiana, ubbidendo ai 10 comandamenti del Sinai ed alle regole d'amore dettate da Cristo: "Ama il Signore Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente" e "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Luca 12, 28-31). Istruiti dalla tradizione etiopica e dalla decisiva predicazione di Haile Selassie I, i rastafariani nutrono un particolare rispetto per le altre culture religiose, e parlano di "parentela spirituale" dei mistici di tutte le culture storiche, utilizzando un'espressione del Re stesso. Pur difendendo il primato della propria identità, i rastafariani sostengono che si pervenga alla salvezza mediante la Fede nel Divino e l'osservanza della morale naturale e il rispetto politico dei diritti umani, aldilà delle posizioni teologiche e metafisiche: da questo procede il loro vivo interesse per gli altri culti, considerati, sempre in riferimento ad una frase di Haile Selassie I, "vie del Dio vivente", che non è possibile giudicare. Sono quindi dottrinalmente contrari al fanatismo e al settarismo religioso.

    Inoltre, essi professano i precetti politici che il Re ha trasmesso loro, completando, a loro avviso, la rivelazione storica. Credono dunque in una moralità internazionale retta dal principio della sicurezza collettiva, dell'autodeterminazione dei popoli, dell'uguaglianza dei diritti, della non-interferenza, e nel riconoscimento di un ordine sovra-nazionale che ripudi la guerra, per la ricomposizione pacifica delle dispute e per la risoluzione dei problemi comuni, istituzionalmente governato dall'ONU, di cui Haile Selassie I fu Padre Fondatore. Credono nella necessità di costruire sistemi politici liberali e democratici, fondati sull'osservanza della Dichiarazione dei Diritti Umani e difensori della libertà civile, economica, spirituale e culturale, rifiutando dunque ogni ideologia e statolatria totalitaristica, di qualsivoglia orientamento politico, che assorba l'anima umana, possesso esclusivo di Dio; credono inoltre nella necessità di uno Stato socialmente impegnato, che non si limiti a garantire negativamente la libertà, ma che guidi e educhi l'uomo, pur laicamente, al rispetto del prossimo e di Dio. Inoltre, i rastafariani sostengono che sia necessario affrontare con particolare attenzione il problema del continente africano, il più povero ed afflitto del pianeta in virtù di secoli di sfruttamento ed aggressioni, eticamente meritevole di una riparazione storica. Forti dell'esempio di Haile Selassie I, considerato comunemente il Padre dell'Africa Unita e principale fondatore dell'Organizzazione dell'Unità Africana, chiedono che l'Africa realizzi l'unione continentale, liberandosi dalla dipendenza dai poteri stranieri, recuperando la propria identità, e sviluppandosi secondo modelli politici e culturali propri, che tali poteri hanno cercato e cercano di strapparle. Gli africani deportati, in particolare, per raggiungere la pienezza di sé e fronteggiare il proprio disagio storico, devono ricordare le proprie origini e onorarle, e lavorare attivamente per questa causa: è in tale ottica che il concetto di rimpatrio, condiviso e sostenuto dall'Imperatore, che mise a disposizione dei deportati un ampio territorio etiopico (Shashamane), acquisisce un significato vitale.

    I Rastafariani credono che Haile Selassie I sia Cristo per varie ragioni. Credono Egli esprima una santità assoluta, e che abbia compiuto opere miracolose, principalmente di natura politica, in Etiopia e nel Mondo; credono che Egli, come Gesù, compia le profezie della Scrittura Sacra, sia in termini espliciti che allegorici, ponendo particolare attenzione sull'Apocalisse di Giovanni, finalizzata alla descrizione della Venuta Seconda di Cristo; Essi credono nella veridicità dei Suoi titoli e nella Sua predicazione, che tendono a proiettarlo nella trascendenza e nel mistico: molti tuttavia negano che il Re abbia mai avanzato tali pretese, sostenendo invece che le abbia rifiutate espressamente. I rastafariani pensano che tali posizioni ignorino il contenuto della Rivelazione, e che l'atteggiamento "restio" di Haile Selassie I compia perfettamente le linee della Cristologia biblica.

    I rastafariani rifiutano l'idea del decesso fisico o spirituale di Haile Selassie I, credendo nel Suo occultamento volontario agli occhi degli uomini. Secondo la teologia cristiana, infatti, Gesù Cristo muore una sola volta e risorge definitivamente, espiando il peccato umano (Lettera agli Ebrei 9, 26-28 ); la Sua seconda venuta rappresenta il tempo del Regno glorioso, non della passione e del sacrificio. I misteri che ancora oggi avvolgono la scomparsa di Haile Selassie I (la mancanza di foto, video, la negazione dei funerali, la scelta di non mostrare il suo corpo, la provata falsità delle cause fisiche addotte per giustificare il decesso) sono per loro la dimostrazione della veridicità della propria fede. Credono dunque che Haile Selassie I sia ancora corporalmente vivo e presente sul trono d'Etiopia, e che essi costituiscano il Suo Regno.

    L'idea che il Rastafarianesimo sia riservato agli africani e che escluda la partecipazione dei "bianchi" è assolutamente falsa e priva di fondamenti teologici. Haile Selassie I, secondo lo spirito del Vangelo, ha insegnato l'assoluta uguaglianza delle razze ed ha predicato il proprio messaggio a tutte la nazioni. Sono presenti tra gli occidentali forti comunità rastafariane e personalità importanti per la storia del movimento, che vivono in piena comunione religiosa con i propri confratelli di stirpe africana. Forme di possibile diffidenza e razzismo devono essere associate a comprensibili tensioni storiche, e non alla cultura spirituale.

    I rastafariani sono comunemente conosciuti per i cosiddetti dreadlocks, delle lunghe e dure trecce che caratterizzano la chioma di alcuni fedeli: queste costituiscono la realizzazione materiale di un voto biblico, il Nazireato, descritto nella Legge Mosaica (Numeri 6) e custodito nella Cristianità dalla sola tradizione etiopica. Questa pratica ascetica comporta la consacrazione del proprio capo e dunque l'astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando naturalmente le celebri trecce (cfr. Giudici 16, 13-19); implica inoltre l'astensione da alcolici, uva e suoi derivati, e una dieta vegetariana. A dispetto dell'opinione comune, si tratta di una pratica facoltativa, e molti rastafariani non sono Nazirei.

    Uno degli aspetti più commercializzati e sfruttati dagli organi mediatici è l'utilizzo della marijuana, che viene immediatamente associato ai rasta come un elemento fondamentale della loro cultura. Certamente, in accordo con le scoperte del pensiero scientifico moderno, i rastafariani considerano la canapa un'immensa risorsa medicinale e materiale, vitale per il progresso e il benessere delle nazioni, rivelatasi in questi tempi per l'instaurazione di un regno terreno di prosperità e gioia: tuttavia, a dispetto di ciò che viene comunemente insegnato, la sua assunzione "psichica" non viene considerata un sacramento spirituale o un atto essenziale per la salvezza morale, quanto una sacra attività meditativa, e non ricreativa o edonistica, che alcuni individui praticano al suo interno secondo la propria libera scelta, così come in altre tradizioni religiose, come l'Islamismo, l'Induismo, ed il Cristianesimo Africano, e vi sono comunità rastafariane completamente estranee a tale utilizzo. In ogni caso, i rastafariani predicano la disciplina morale ed il controllo di sé, e sono avversi ad ogni forma di ubriachezza: in accordo con i precetti di Haile Selassie I, predicano il rispetto del proprio corpo attraverso una corretta e sana alimentazione, l'esercizio fisico e l'astensione dalle droghe, ovvero ciò che loro chiamano "pratica dell'I-tal", un modo "vitale" di intendere il proprio rapporto con la Creazione.

    All'interno dell movimento Rastafari si annoverano diversi "ordini", tra i quali ricordiamo i Bobo Shanti e i Nyabinghi, e diverse organizzazioni, come l'Ethiopian World Federation, fondata da Haile Selassie I Stesso, e le "Twelve Tribes of Israel". Tuttavia, la relativa facilità della teorizzazione teologica, in presenza di una rivelazione chiara e diretta, sta permettendo un graduale appianamento delle differenze - sostanzialmente causate dalla scarsa conoscenza dei testi e delle risorse culturali - l'universale accettazione delle istanze dottrinali fondamentali e la costituzione di un'unica fede Ortodossa.
  • modificato novembre 2009
    E allora??... tu cosa c'entri con questa religione???hai tatuaggi, mangi la porchetta di Alien,è tutto un succedersi di "amicizie"x non parlare di mondanità ed edonismo quindi?????
  • modificato 13:21
    quindi dico che mi piace la religione rasta anche se nn condivido alcune cose e poi dovremmo conoscere la storia di tutte le religioni
  • modificato 13:21
    tutto ciò per dire che tuo figlio ha la spazzola in testa :D:D:D:D:D:D:D:D
    ;)
    La mia casa continuerà  a viaggiare su due gambe e i miei sogni non avranno frontiere. 

    CHE GUEVARA
  • modificato 13:21
    no mio figlio ha i rasta
  • modificato 13:21
    ESEMPIO DI SEGUACE DELLA RELIGIONE RASTA:

    image

    :D:D:D:D
  • modificato 13:21
    [quote]CIUPPI:
    ESEMPIO DI SEGUACE DELLA RELIGIONE RASTA:

    image

    :D:D:D:D[/quote]

    Da notare anche lo sguardo un po' fuso del personaggio, altra caratteristica dei rasta!!!;)

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