Caro Gesu' bambino

modificato 22:30 in Camper Bar
Caro Gesù Bambino,
ti ringraziamo per i doni che ci hai portato: la ripresa economica, le case per i terremotati in Abruzzo, i 110 miliardi di euro rientrati in Italia e "legalizzati" grazie allo scudo fiscale, i 3.630 arresti per mafia, il taglio delle poltrone nelle amministrazioni pubbliche, il via libera al decreto "salva precari" per la scuola e la riorganizzazione degli indirizzi di studio, l'abbassamento dell'Irpef, la riforma della burocrazia, lo sgombero della "monnezza" a Napoli, aver dato il via alle grandi opere, gli importanti accordi all'estero per le nostre aziende e i nostri lavoratori e molte altre cose positive.
Grazie a Te, caro Gesù Bambino e grazie anche a questo governo...

C'è però ancora un piacere che ti chiedo. Qui in Italia, c'è un signore che fa fatica a parlare in italiano, farfuglia molte menzogne e recita la parte del "tutto d'un pezzo". Invece è un uomo pericoloso, vendicativo e verbalmente violento. Qualcuno nel suo partito dice anche che si sia intascato i soldi del finanziamento ai partiti e che con lui sia impossibile avere un dialogo, o con lui o fuori dal partito. Infatti molti se ne sono andati...

Puoi dire alla Befana di portarselo via? Sarebbe un ottimo minatore nelle miniere di carbone ...
Se nella notte del 6 gennaio questo signore volasse via sulla scopa, in Italia si farebbe festa.
Tu Gesù Bambino, che ci ami, certo vorrai la nostra gioia.
Parli tu con la Befana?? Stiamo tranquilli?


Grazie caro Gesù Bambino, con grande riconoscenza

:D:D:D

Commenti

  • modificato 22:30
    Anche se dalla tua analisi di quanto fatto da questo governo, ci sono alcune imprecisioni....... ti quoto alla grande !!!!

    Grinza il suo regalino di natale l'ha gia' avuto, chisssa' se il "fato" sara' altrettanto buono con noi alla Befana !!!

    Buone Feste !

    Giovanni

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    .
  • modificato 22:30
    Si..in effetti un analisi un po' benevola...
    ma non e' roba mia come neanche quella di Grinza..:P
    l'unica cosa certa e' cacciare quel bifolco molisano..
    poi si puo' inciuciare..:):);););)

    Auguri
    Walter
  • modificato 22:30
    mi unsco alla preghiera
  • modificato 22:30
    [quote]ummagamma:
    poi si puo' inciuciare..:):);););)

    Auguri
    Walter[/quote]

    Qui non mi trovi piu' d'accordo .....nessun inciuccio sino a fine legislatura......poi si vedra' !!!!

    Giovanni

    image

    .
  • modificato 22:30
    Dai...un inciucino...le riforme piu' importanti e condivise...
    poi subito al voto....con Silvio al suo destino..
    al gabbio o a Panama....catsi..suoi..
  • modificato 22:30
    Sulle riforme condivise e bipartisan nessun problema !!!
    Ma il presidente della camera continui a coprire quella carica in modo imparziale per tutta la legislatura. Poi decida con chi vuole schierarsi quando sara' il momento tra 3 anni !!!

    Giovanni

    image

    .
  • modificato 22:30
    Si sorvola sulle belle cose fatte dal Governo ed elencate da Walter, sia per carità di patria, sia per le festività buoniste.

    Soffermiamoci invece sull'inciucio, intrallazzo.
    Qui vi sono due definizioni dell'inciucio, una lettereria, roba da citazioni colte, e l'altra lessicale, etimiologica che ne circoscrive l'ambito interpretativo.
    Da noi ancora oggi, quando due o più persone si attardano nelle chiacchiere sottovoce e circospette, si dice che "stanno sempre a "'nciucià".

    L’inciucio
    "Qui abitano la Credulità, l' incauto Errore, la Letizia vana, i Terrori sfibranti, la Seduzione che prende forza e i Sussurri d' incerta fama".
    Ovidio - Le metamorfosi

    ‘NTRALLAZZO
    La voce in epigrafe, voce ormai pervenuta nella lingua nazionale (sia pure non aferizzata, ma nella forma di intrallazzo) con particolare riferimento d’ambito socio-politico, è voce non eccessivamente antica (risale infatti agli anni tra il 1940 ed il 1950)ed è di origine centro- meridionale: Abruzzo, Campania, Siciliaia; attualmente significa: imbroglio, raggiro, intrigo, ma originariamente stette per: scambio illecito di beni o di favori e con le voci: ‘nderlacce (abruzzese), ‘ntrallazzu (siciliano) e appunto ‘ntrallazzo o anche ‘nterlazzo (napoletano) si identificò dapprima il mercato o borsa nera e solo per stensione l’imbroglio, il raggiro, l’intrigo, dapprima quelli generici, poi segnatamente – complice il linguaggio mediatico – quelli d’ambito socio-politico.
    Di non tranquilla lettura l’etimologia della voce a margine; dai più si pensa ch’essa derivi dal sicil. 'ntrallazzu 'intreccio, intrigo', (a sua volta derivazione del latino volgare: interlaceare, da intra 'tra' e laqueus 'laccio'), ma – pur non potendo negare un’ evidente somiglianza tra il siciliano 'ntrallazzu ed il napoletano ‘ntrallazzo penso che per il partenopeo, più che ad un prestito siciliano, si possa risalire ad un antico tramite catalano: entralasar o anche un antico francese: entralacer; sia il verbo catalano che quello francese furono forgiati sul precennato lat. volg. "interlaceare", e valsero: impaniare, intralciare, avviluppare donde il significato di azione che si manifesti in un imbroglio, raggiro, intrigo; va da sé che il mercato/borsa nera configuri il medesimo imbroglio, raggiro, intrigo.
    A questo punto non ci resta che discutere se sia stato il napoletano o il siciliano a cedere alla lingua nazionale il vocabolo in esame; ma sarebbe questione di lana caprina nella quale è inutile e pericoloso addentrarsi ed io evito di entrarvi.
    In coda ed a margine di quanto detto sulla voce ‘ntrallazzo, rammenterò che essa (sebbene ciò talvolta – per mano di taluni operatori dei media, poco preparati-, accada) non va confusa con la voce partenopea nciucio che ha dato l’italiano inciucio e vale intrigo, sobillamento, pettegolezzo ed in ambito politico-giornalistico: accordo confabulatorio non lineare, frutto di basso compromesso.
    La voce nciucio risulta essere, etimologicamente un deverbale di nciucià a sua volta derivata da un suono onomatopeico (ciuciù) riproducente il parlottìo tipico di chi confabuli.
    Partendo da tale premessa ne risulta che la n d’avvio di 'nciucio e 'nciucià risulta essere non derivante da un in illativo, ma una semplice consonante prostetica eufonica (come ad. es. è il caso di nc’è per c’è); erra perciò chi scrive ‘nciucio o ’nciucià con un pletorico ed inutile segno d’aferesi (‘); è l’italiano che ha derivato (seppure in modo cialtronescamente raffazzonato, avendo pensato la n d’avvio, un residuo di in( che è stato erroneamente ricostruito) ) inciucio dal napoletano nciucià, non il napoletano nciucio ad esser derivato dall’ inciucio italiano (nel qual caso sarebbe stato opportuno e l’aferesi e la scrittura ‘nciucio).
    Raffaele Bracale
  • modificato 22:30
    ricevuta per SMS e già inoltrata a Gesù Bambino anche da parte mia:


    Caro Gesù Bambino,
    quest'anno ti sei portato via il mio cantante preferito, Michael Jackson,
    il mio attore preferito Patrick Swayze,
    la mia attrice preferita Farrah Fawcett,
    il mip presentatore preferito Mike Bongiorno,
    la mia poetessa preferita Alda Merini!!!!

    Volevo solo ricordarti che il mio politico preferito è Antonio Di Pietro e che l'anno non è ancora finito.

    Grazie!:kiss:
  • modificato 22:30
    [quote]SalvoSA:
    Si sorvola sulle belle cose fatte dal Governo ed elencate da Walter, sia per carità di patria, sia per le festività buoniste.

    Soffermiamoci invece sull'inciucio, intrallazzo.
    Qui vi sono due definizioni dell'inciucio, una lettereria, roba da citazioni colte, e l'altra lessicale, etimiologica che ne circoscrive l'ambito interpretativo.
    Da noi ancora oggi, quando due o più persone si attardano nelle chiacchiere sottovoce e circospette, si dice che "stanno sempre a "'nciucià".

    L’inciucio
    "Qui abitano la Credulità, l' incauto Errore, la Letizia vana, i Terrori sfibranti, la Seduzione che prende forza e i Sussurri d' incerta fama".
    Ovidio - Le metamorfosi

    ‘NTRALLAZZO
    La voce in epigrafe, voce ormai pervenuta nella lingua nazionale (sia pure non aferizzata, ma nella forma di intrallazzo) con particolare riferimento d’ambito socio-politico, è voce non eccessivamente antica (risale infatti agli anni tra il 1940 ed il 1950)ed è di origine centro- meridionale: Abruzzo, Campania, Siciliaia; attualmente significa: imbroglio, raggiro, intrigo, ma originariamente stette per: scambio illecito di beni o di favori e con le voci: ‘nderlacce (abruzzese), ‘ntrallazzu (siciliano) e appunto ‘ntrallazzo o anche ‘nterlazzo (napoletano) si identificò dapprima il mercato o borsa nera e solo per stensione l’imbroglio, il raggiro, l’intrigo, dapprima quelli generici, poi segnatamente – complice il linguaggio mediatico – quelli d’ambito socio-politico.
    Di non tranquilla lettura l’etimologia della voce a margine; dai più si pensa ch’essa derivi dal sicil. 'ntrallazzu 'intreccio, intrigo', (a sua volta derivazione del latino volgare: interlaceare, da intra 'tra' e laqueus 'laccio'), ma – pur non potendo negare un’ evidente somiglianza tra il siciliano 'ntrallazzu ed il napoletano ‘ntrallazzo penso che per il partenopeo, più che ad un prestito siciliano, si possa risalire ad un antico tramite catalano: entralasar o anche un antico francese: entralacer; sia il verbo catalano che quello francese furono forgiati sul precennato lat. volg. "interlaceare", e valsero: impaniare, intralciare, avviluppare donde il significato di azione che si manifesti in un imbroglio, raggiro, intrigo; va da sé che il mercato/borsa nera configuri il medesimo imbroglio, raggiro, intrigo.
    A questo punto non ci resta che discutere se sia stato il napoletano o il siciliano a cedere alla lingua nazionale il vocabolo in esame; ma sarebbe questione di lana caprina nella quale è inutile e pericoloso addentrarsi ed io evito di entrarvi.
    In coda ed a margine di quanto detto sulla voce ‘ntrallazzo, rammenterò che essa (sebbene ciò talvolta – per mano di taluni operatori dei media, poco preparati-, accada) non va confusa con la voce partenopea nciucio che ha dato l’italiano inciucio e vale intrigo, sobillamento, pettegolezzo ed in ambito politico-giornalistico: accordo confabulatorio non lineare, frutto di basso compromesso.
    La voce nciucio risulta essere, etimologicamente un deverbale di nciucià a sua volta derivata da un suono onomatopeico (ciuciù) riproducente il parlottìo tipico di chi confabuli.
    Partendo da tale premessa ne risulta che la n d’avvio di 'nciucio e 'nciucià risulta essere non derivante da un in illativo, ma una semplice consonante prostetica eufonica (come ad. es. è il caso di nc’è per c’è); erra perciò chi scrive ‘nciucio o ’nciucià con un pletorico ed inutile segno d’aferesi (‘); è l’italiano che ha derivato (seppure in modo cialtronescamente raffazzonato, avendo pensato la n d’avvio, un residuo di in( che è stato erroneamente ricostruito) ) inciucio dal napoletano nciucià, non il napoletano nciucio ad esser derivato dall’ inciucio italiano (nel qual caso sarebbe stato opportuno e l’aferesi e la scrittura ‘nciucio).
    Raffaele Bracale
    [/quote]



    Ancora sto a digeri' l'agnello...:P
    ma ci provo....



    http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/giustizia-22/dalema-elogio/dalema-elogio.html

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